Nel luglio scorso l’Euro arrivò a pochi giorni dal collasso. Poi avvenne qualcosa. Draghi parlò. “La BCE farà di tutto per salvare l’Euro e, credetemi, sarà abbastanza!” Da allora gli spread italiani e spagnoli sono calati di 100 punti e le borse sono salite del 20%, nonostante le incertezze create dalla Bundesbank. Amen. Si confronti ora l’efficacia delle parole di Draghi ‘a costo zero’ (open mouth operations) con quella dei 214 miliardi spesi nel 2° semestre 2011 sui mercati (open market operations). Allora gli acquisti di BTP e BONOS non fermarono l’avanzata degli spread, perché accompagnati da queste parole: “Gli interventi saranno temporanei e limitati … la BCE non può risolvere la crisi ma solo guadagnare tempo… Sta ai governi [fare] … le riforme strutturali”.

La lezione di quest’insolito ‘esperimento’ è conclusiva: per risolvere la crisi finanziaria non servono tanti soldi. Né riforme strutturali. Né austerità ad impatto immediato. Servono buone politiche monetarie. Riflettano i lettori che non danno rilevanza alla disputa fra economisti di orientamento diverso.

Si apre ora un mese decisivo. I mercati andranno a ‘vedere’ il gioco di Draghi. Se era un bluff, l’Euro crollerà. Se Draghi calerà una scala reale, gli spread italiani e spagnoli crolleranno sotto i 150 bp.; le borse faranno +50%, e la crisi finanziaria finirà hic et nunc. Nel giro di pochi mesi anche la crisi economica potrebbe essere superata.

Ma cosa farà realmente la BCE? C’è incertezza. Anche su molti dettagli cruciali. Giovedì, al termine del Consiglio Direttivo, non credo che Draghi si presenterà in conferenza stampa a mani vuote. Farebbe la figura del pirla. I mercati crollerebbero. La BCE perderebbe il controllo. E l’Euro sarebbe finito. Draghi lo sa. Lo ha spiegato alla Merkel. Non succederà. Ma temo che la BCE non calerà una scala reale, non farà “tutto il necessario”, bensì ‘il minimo necessario’. I falchi della Bundesbank e la destra europea (sì, è una crisi ‘di destra’!) non vogliono soluzioni pubbliche, che lo Stato intervenga: e la banca centrale è Ente Pubblico per eccellenza. Si sentono traditi dalla “ritirata” graduale  di Draghi dai sacri dogmi del laissez faire. Perciò sono furiosi. Come sempre si andrà al compromesso? Potrebbe essere la scelta peggiore. Provo a spiegarmi.

Aerial view of snowcapped Capitol Peak in Colorado's Elk Mountains

‘Equilibri multipli’: previsioni che si auto avverano. L’Italia è su un ripido crinale. Nella valle a sud c’è la salvezza. Nella valle a nord c’è l’abisso (default). Il crinale rappresenta la situazione limite, si riesce a stento a trattenere il debito. Ma basta una ventata di pessimismo per spingere il paese verso l’abisso: allora i mercati comprano meno BTP; gli spread salgono, i prezzi crollano; la caduta accelera: il pessimismo si auto-avvera. (E viceversa.) È successo nel Luglio 2011: l’Italia è rotolata giù, fino a metà pendio. (Ora, per tornare anche solo sul crinale, non basta un piccolo calo degli spread: prima, c’è molto da recuperare). Fortunatamente, la BCE ha fermato la caduta dell’Italia, dall’Agosto 2011 in poi, creando un terzo “equilibrio” artificiale, a metà della ‘parete nord’. Come? Ha mostrato di non tollerare spread oltre 500-550 bp., inducendo i mercati a comprare a quei livelli. Due chiodi piantati nella parete. Che però nel Luglio 2012 stavano cedendo: per la crescente pressione esercitata dal debito in aumento e dal PIL in calo. Costringendo la BCE a fare sempre di più per ‘reggere’ la situazione. Ma anche la BCE ha dei limiti. Ed è per questo che …

I falchi della Bundesbank hanno ragione. L’Europa “rischia l’iperinflazione”, “una nuova Weimar”, “Draghi è pericoloso”, ecc. Anche la CDU ha ragione: a dire “Nein!” a nuovi aiuti ai partner in difficoltà. La Germania è già esposta per 779 mld con i PIIGS tramite Target2: pari al 27% del suo PIL! Un default dei PIIGS trascinerebbe anche lei nell’abisso. Chi glielo fa fare?

L’anno scorso ironizzavo sulla “via liberista all’inflazione” : politiche depressive crollo finanziario ed economico debiti pubblici e privati (banche + clienti) insostenibili necessità di salvataggi sempre più grandi monetizzazione e/o altre catastrofi. Ora c’è arrivato anche Monti: bene.

I falchi vorrebbero togliere i ‘chiodi’ che ancora impediscono il crollo dell’Euro. E poi, trattenere il fiato, e vedere che succede. I keynesiani chiedono invece che i mercati finanziari vengano riportati all’ordine, l’Italia su un sentiero di chiara solvibilità (oltre il crinale, a sud), quei chiodi resi superflui. (Si fa così ). E che si usino piuttosto i soldi per rilanciare la crescita (come Roosevelt nel 1933).

Ma ‘gli estremi si toccano’: meglio imboccare una strada coerente, piuttosto che trascinare ancora la crisi, accumulando nuovi squilibri. La gente è stufa di questa moneta destabilizzante. Se resta in mezzo al guado, Draghi verrà comunque travolto, e noi con lui. Perciò è il momento di prendere qualche rischio. Anche personale.

PS. Ieri Draghi ha rimbeccato la Bundesbank, ed ecco l’effetto sull’Euro. Chiaro?

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