Da tempo il nostro movimento che tutela e promuove i diritti dei cittadini si sta interrogando sul valore del testamento biologico, tema delicato e di grande attualità, e su alcuni punti in particolare, per esempio: a chi spetta l’ultima parola in medicina? E’ utile introdurre anche in Italia una legge che dia valore legale al testamento biologico? sono possibili limiti alle dichiarazioni anticipate?

Tutte domande a cui ciascuno di noi potrebbe dare una risposta diversa. E allora è questa diversità che andrebbe rispettata…lo hanno detto in molti, come si può leggere nel “Dialogo sul testamento biologico” promosso da Cittadinanzattiva e come si è detto al recente Forum europeo, alla presenza di Beppino Englaro e di esperti in materia di altri Paesi.

La notizia che anche il Comune di Milano intende promuovere un registro delle dichiarazioni anticipate di testamento lascia ben sperare, perchè nella realtà oggi molte decisioni sul fine vita vengono prese nelle corsie degli ospedali in totale autonomia e solitudine dai medici, che spesso vorrebbero poter contare su dichiarazioni anticipate. Lo ha detto anche il Comitato Nazionale per la bioetica già nel 2003 che il testamento biologico renderebbe ancora possibile un rapporto personale tra il medico e il paziente proprio “in quelle situazioni estreme in cui non sembra poter sussistere alcun legame tra la solitudine di chi non può esprimersi e la solitudine di chi deve decidere”.

Insomma la dichiarazione anticipata oltre a dare la parola a chi ha tutto il diritto di esprimerla, rafforzerebbe l’alleanza terapeutica e il rapporto di fiducia…altro che conflitto medico-paziente. E non è certamente una legge “invadente”come quella discussa in Italia che potrebbe rendere tutto questo possibile.

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