“Non vedo motivi per non fare la legge sulle intercettazioni. Oggi siamo in una situazione di inciviltà giuridica”. Così il leader dell’Udc, Pier Ferdinando casini, ospite alla festa Democratica di Reggio Emilia, interviene sulla vicenda che coinvolge il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, intercettato dalla Procura di Palermo. “È mai possibile – rileva – che il Capo dello Stato debba parlare al telefono con la preoccupazione che qualcuno lo intercetti? È questione di buon senso. Negli anni abbiamo visto la divulgazione di conversazioni tra moglie e marito. E’ mai possibile che accada in un Paese civile?”.

Per questo, secondo il numero uno dell’Udc, la riforma della giustizia non si può più rimandare: Due i punti cardine:  “La legge sull’anticorruzione, perché è un problema che riguarda l’economia del nostro Paese, e la legge sulle intercettazioni”.

Commenta l’attività dell’esecutivo, indicando le strade da percorrere negli ultimi mesi di legislatura. “Il governo, di concerto con il ministro dell’Economia, stabilisca due o tre priorità su cui impegnarsi da qui alla fine della legislatura perché dall’ultimo Consiglio dei ministri sono uscite tante proposte, ma ci dobbiamo concentrare sulle famiglie che non ce la fanno ad arrivare a fine mese e sui giovani”.

E se per Monti spende parole di apprezzamento, immaginando un futuro al Quirinale, boccia invece  un eventuale ritorno di Silvio Berlusconi sulla scena politica. “Amo più il Paese della convenienza e dunque credo che se cambiassimo pagina non sarebbe male. Certo, per il risultato elettorale che garantirebbe all’Udc, sarei tentato di auspicarne un ritorno in campo”, ma prediligo il bene dell’Italia”.

Mentre sulla questione delle alleanze, in vista delle elezioni, invita il Pd a chiarire la sua posizione. “Mi sembra che Dario Franceschini sia un po’ liquidatorio e affrettato quando dice con Vendola abbiamo tante cose in comune e altre che ci dividono” ma “con chi ritiene che Monti stia facendo della macelleria sociale non c’è una piccola distinzione, ma un fossato”.

E su Vendola dice: “Mi preoccuperei se volesse avere rapporti più stretti con me”.  Aggiungendo:  “Noi stiamo costruendo un’altra cosa che riguarda i moderati italiani. È molto importante – sostiene Casini – soprattutto dopo la presenza di Berlusconi come candidato premier, un mondo moderato che torna a parlare il linguaggio della responsabilità, della serietà, che presenta un’offerta politica che è alternativa alla destra populista e anche alla sinistra”.   Il riferimento è alla dichiarazione del leader di Sel, che poche ore prima aveva lanciato un messaggio molto chiaro: “Senza Casini prendiamo più voti”.

 

 

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