Si aggiunge un nuovo capitolo nella complicata vicenda di Paolo Gabriele, l’assistente di camera del Papa rinviato a giudizio il 13 agosto scorso, accusato di aver rubato documenti e lettere riservate del Papa Benedetto XVI e di averle fatte circolare all’esterno. L’avvocato Carlo Fusco ha lasciato la sua difesa: “Lascio l’incarico per divergenze sulla linea difensiva – ha detto il legale all’Ansa -. Rimane però il rapporto di amicizia”. L’avvocato Fusco difendeva Gabriele – arrestato il 23 maggio scorso e tuttora agli arresti domiciliari in attesa del processo – dall’inizio dell’istruttoria formale sulla vicenda della fuga di documenti. L’altro difensore, avvocato Cristiana Arru, al momento mantiene ancora l’incarico, ma “sta valutando” il da farsi. 

La sentenza di rinvio a giudizio di agosto rappresentava una “chiusura parziale” dell’istruttoria su Vatileaks. Frutto delle perquisizioni contro Paolo Gabriele e ora sottoposti a sequestro, ci sono non solo documenti sottratti dall’appartamento papale, ma anche un assegno di 100mila intestato al Papa, una pepita d’oro e una edizione dell’Eneide del 1581. Gli oggetti erano regali fatti a Benedetto XVI. Uno dei documenti riservati, pubblicati in esclusiva sul Fatto, riguardava la sicurezza del Papa e la possibilità che potesse essere obiettivo di un complotto mortale. In seguito a quella e altre pubblicazioni, anche di libri, era scattata l’indagine a tutto campo sul corvo. 

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