Moody’s torna a vedere nero per l’Italia. L’agenzia di rating americana che il 20 agosto scorso aveva mandato messaggi di ottimismo sulle sorti del Paese, ipotizzando un’uscita dalla crisi entro il 2013, ha rivisto in peggio le stime di crescita della Penisola per il 2012. Secondo le nuove previsioni, il Pil italiano registerà quest’anno una contrazione compresa tra il 2,5% e l’1,5% e tra l’1% e lo zero l’anno prossimo. Dieci giorni fa, però, l’agenzia aveva ipotizzato per il 2013 una flessione massima dello 0,5% (e minima dello 0%), mentre nell’outlook di aprile le stime erano di un prodotto interno lordo 2012 in flessione tra il 2% e l’1%  e tra un -0,5% e un +0,5% nel 2013. 

L’ennesimo cambio di marcia si inquadra in una più generale valutazione sull’Europa, resa pubblica proprio mentre le diplomazie sono al lavoro per accelerare il processo di integrazione comunitaria a 360 gradi. “La crisi nell’eurozona continua adessere la più grande minaccia per la ripresa economica mondiale”, sostiene infatti Moody’s nel suo rapporto di aggiornamento sulle prospettive di rischio globale 2012-2013 dove spiega che l’outlook per la ripresa nel 2012-2013 è peggiorato e che la crescita nei Paesi emergenti rallenterà più del previsto l’anno prossimo. In particolare l’eurozona vedrà una leggera recessione nel 2012 mentre nel G20 la ripresa sarà modesta.

La revisione non ha impattato sull’asta di stamattina con la quale il Tesoro ha piazzato titoli di Stato per complessivi 6,5 miliardi, pagando per i Btp a cinque anni un tasso al 4,73% contro il 5,29% di luglio. Meno marcato il calo sul decennale che è passato  al 5,82% dal precedente 5,96% precedente.

 

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