Un governo non all’altezza della crisi economica.  A parlare di lavoro e sviluppo in Italia, nel terzo giorno della Festa Nazionale del Partito Democratico a Reggio Emilia, è Luigi Angeletti, segretario della Uil che se da una parte salva lo sforzo degli italiani, dall’altra non esita ad attaccare l’operato del governo Monti. “Il tentativo – dice Angeletti dal palco, – di risposta del governo alla crisi purtroppo credo non sia all’altezza della situazione dell’occupazione”. Parole molto dure che arrivano al termine di una giornata delicata che ha visto il capo dello stato Giorgio Napolitano incontrare Mario Monti per fare il punto della situazione in vista della partenza delle attività dopo la pausa estiva.

E se solo una settimana fa dai ministri tecnici arrivavano notizie di tiepido ottimismo, a riportare alla dura realtà del paese sono proprio le affermazioni del sindacalista. “Toglie il sonno la notte, – continua Angeletti, – che i disoccupati aumentino di mese in mese. Per invertire questa tendenza bisognerebbe fare cose molto più incisive di quelle che il Governo propone, ammesso che poi quelle stesse cose riesca a farle. Il Governo avrebbe dovuto fare scelte diverse: iniziando a tagliare gli sprechi della Pubblica amministrazione, evitando di continuare a farli pagare al lavoratore».

Ma se l’immagine è quella di un governo in difficoltà, il sindacalista ci tiene a salvare i lavoratori italiani dicendo: “Non siamo un paese in declino, nel mondo ci sono molti prodotti su cui gli italiani o sono il numero 1 o il numero 2”. La necessità, dice Angeletti, è quella di puntare sull’efficienza e sulla lotta all’evasione fiscale: “Noi non dobbiamo vendere le imprese pubbliche, dobbiamo renderle efficienti. I soldi vanno presi nel santuario dell’evasione fiscale. I soldi pubblici non sono di nessuno, sono nostri anzi sono soprattutto di quei 17 milioni di persone che pagano le tasse. Più nostri di così non si può”.

Parole forti, che diventano ancora più incisive se associate a quelle del segretario della Cgil, Susanna Camusso che a pochi chilometri di distanza, alla Festa dell’Unità di Bologna, commenta con scetticismo il recente Consiglio dei ministri: “È  emerso qualcosa in quell’occasione? Mi pare sia un elenco di titoli che ci sentiamo dire da lungo tempo e non si traducono mai in provvedimenti. E soprattutto è una somma di micro cose con l’idea che daranno dei risultati tra qualche anno mentre, invece, abbiamo tempi stretti per invertire la tendenza”.

Un difficile risveglio per l’Italia che torna dalle vacanze e che, nel lunedì in cui sarebbero dovute ricominciare le attività, trova un bilancio tutt’altro che roseo. A sottolinearlo anche Francesco Boccia, esponente del Partito Democratico e presidente della Commissione Bilancio della Camera, sul palco di Reggio Emilia insieme al sindacalista Angeletti: “Niente tornerà come prima. L’Italia è da dieci anni che vive con l’encefalogramma piatto. Va fatta un’operazione di redistribuzione delle risorse del paese e non bisogna aver paura di abbassare il costo del lavoro. Possibile che solo in Italia non si possa sapere il patrimonio di qualcuno? Per ridistribuire la ricchezza, bisogna avere il coraggio di dire a chi si toglie e a chi si dà, e per quale motivo”. E se il giudizio del dirigente Pd su Monti è più moderato, sono tante le necessità di cambiamento che, dice, vanno messe in prima linea, a partire dalla redistribuzione della ricchezza in un’Italia che da troppo tempo vive nel tunnel della crisi economica. 

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