Leggo con interesse i commenti al post precedente: alcuni li trovo utili e intelligenti, mi fanno riflettere e, seppure è duro ingoiare le critiche (è più facile digerire gli insulti), li considero giusti.

Riflettere per me vuol dire anche pormi nuove domande. Se per esempio, un domani, il megafornitore di libri elettronici decidesse che solo scaricando un certo programma da lui venduto a caro prezzo si possa avere accesso alla libreria on-line? O solo comprando un certo kindle si possa scaricare un libro illustrato? Domando: non c’è il rischio, dal momento che si dipende da un lettore prodotto da un’industria agguerritissima, di esser costretti ad aggiornare la macchina con una più nuova e più veloce con più memoria e via dicendo? Poi: non si rischia di comprare di più proprio perché un libro costa meno di un euro, e se non ci piace, al limite pazienza, abbiamo buttato 99 centesimi?

Come si può prestare un libro elettronico che ci è piaciuto a una persona che non ha e non può permettersi un lettore? Sono moltissime e soprattutto sono persone in Italia per lavorare e non sempre hanno dimestichezza con la tecnologia. Se il futuro sarà solo digitale, sarà snob e discriminante? Solo chi possiede una carta di credito potrà scaricare quello che desidera leggere?

Detto questo, è vero, la giusta misura è nell’esistenza di entrambe le forme del libro: quella virtuale ed ecologica e quella cartacea e sensoriale.

Infine: l’intenzione del post precedente era quella di dare qualche consiglio sui libri da comprarsi o da portarsi in vacanza; iniziando a scrivere ho pensato che invece di stare in due davanti alla libreria in un futuro sarei dovuta stare sola davanti a uno schermo e la cosa mi ha fatto tristezza.

Pazienza per i commenti che mi accusano di malafede; qualcuno ha parlato dei libri usati: sarà anacronistico farsi un giro tra le bancarelle, ma scovare ogni tanto una vecchia traduzione o un bel libro ormai fuori commercio perché passato di moda, salvarlo dal macero e pagarlo un euro è a mio parere un altro modo per essere al passo con i tempi.  

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