Galeotti furono quei preservativi “non autorizzati”. Il Locog, il comitato organizzatore delle Olimpiadi, ha aperto un’inchiesta ufficiale dopo un fatto che sta scatenando le ironie dei commentatori sportivi e di tutto il mondo che ruota attorno ai giochi. Al villaggio olimpico, dove dormono gli atleti di tutto il mondo, sono infatti state trovate alcune confezioni di condom “non autorizzati”. Un eufemismo per dire preservativi di una marca “non amica”, che evidentemente non ha versato soldi al comitato in cambio di una sponsorizzazione. Il raid alla ricerca dell’oggetto del peccato – e del reato – è avvenuto in seguito al tweet rilasciato dalla campionessa australiana di BMX Caroline Buchanan, che ha postato sul popolare social network una foto di una confezione con sopra impresso un canguro. E ora, proprio per quell’animale raffigurato, si indaga sul team australiano, che avrebbe portato al villaggio olimpico un oggetto non autorizzato.

Questo pare essere solo l’ultimo delirio della guerra dei brand che ha coinvolto Londra 2012: le patatine all’interno del parco possono essere vendute solo dalla Mc Donald’s, le bibite gassate solo dalla Coca Cola, vietato entrare negli stadi anche con solo una maglietta raffigurante il logo della Pepsi, aveva detto Lord Sebastian Coen, il capo supremo di questi giochi. Il quale aveva persino ventilato l’ipotesi che fosse “proibito” entrare con delle scarpe Nike, in quanto sponsor ufficiale è Adidas. In molti, chiaramente, hanno protestato contro il dominio dei grandi marchi. Ma poco è stato fatto per rimediare al problema. Ora, appunto, il caso dei preservativi, visto che a fornire quelli ufficiali agli atleti è stata la Durex, che ne ha diffuso 150mila, circa 15 ad atleta.

Una portavoce del Locog ha detto: “Stiamo cercando di capire da dove arrivino questi condom, che sono stati prodotti da una marca concorrente di Durex, l’australiana Ansell Ltd. Gli atleti sono autorizzati a portare quello che vogliono per il loro uso personale, ma noi dobbiamo accertarci che questi preservativi non siano stati distribuiti ad altri atleti, perché questo andrebbe contro le nostre regole valide all’interno del parco e del villaggio olimpico”. Ma l’azienda australiana coinvolta ha subito fatto sapere, con un comunicato, di non aver avuto “alcun ruolo” nella diffusione di questi condom. “Forse è stata una burla, uno scherzo”, ha scritto la Ansell Ltd. “Noi non partecipiamo a Londra 2012 e non siamo stati coinvolti, non siamo nella lista degli sponsor”.

Quest’anno a Londra è stato battuto ogni record: si iniziò a distribuire profilattici da Sidney 2000 in poi, ma quest’anno il numero di quelli diffusi ha superato persino quei 100mila dati a Pechino 2008. Ma non tutti gli atleti di tutto il mondo hanno ritirato la loro confezione gentilmente offerta. Atleti di paesi islamici e atleti molto religiosi, soprattutto cattolici, di tutto il pianeta hanno altrettanto gentilmente rifiutato il regalo. Di tutt’altro avviso gli australiani, che oltre ad averli presi, ora avrebbero a quanto pare, anche diffuso quelli non autorizzati. Uno scherzo, quasi sicuramente, in pura goliardia olimpica. Una burla che comunque ha creato non poco imbarazzo fra le autorità del Locog.

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