Nelle ultime settimane si sono rincorse voci sulla costituzione a livello nazionale di un unico operatore di rete per la diffusione dei programmi televisivi. Di per sé un fatto positivo a condizione che tutto avvenga in modo “chiaro”. Sarà così? 
In Italia, contrariamente agli altri paesi europei, i fornitori di programmi televisivi controllano anche le reti di distribuzione del segnale. Formalmente si tratta di società diverse ma che fanno quasi sempre capo alla stessa proprietà. Negli ultimi tempi, non senza polemiche, due dei maggiori operatori di rete si sono fusi (Elettronica Industriale con DMT) dando vita a EI Towers società controllata dal gruppo Mediaset. Questa operazione ha posto il problema della costituzione di una forte posizione dominante nel mercato delle infrastrutture televisive, ma sia l’Antitrust che l’Agcom non hanno ritenuto che questo pericolo potesse sussistere. In questo contesto sono rimaste solo le reti della Rai e di Telecom Italia come infrastutture in grado di svolgere un ruolo alternativo. Fin qui la cronaca.
Nelle ultime ore tuttavia, in relazione alle recenti nomine del Governo in Rai e della ristrutturazione di Telecom Italia Media, comincia a farsi strada l’idea di continuare questo processo di concentrazione aggregando anche queste reti nell’operatore EI Towers. Vedremo dunque i programmi Rai o de La7 trasmessi dalle torri Mediaset? Certo gli indizi non mancano e anche qualche circostanza favorevole (l’avvenuta assegnazione ventennale delle frequenze) spinge a fare un cattivo pensiero. Per evitare questo pericolo basterebbe approvare una semplice norma: l’operatore unico nazionale deve essere un nuovo soggetto separato proprietariamente da qualunque operatore di contenuti.
Che succederà invece se questa ipotesi dovesse diventare realtà? Interrogativo che merita una chiara risposta, soprattutto prima che venga approvata la regolamentazione della gara per l’assegnazione delle altre frequenze televisive  già oggetto del cd beauty contest. Al contrario, qualunque tentativo di costituire una proposta televisiva nuova finirà sotto il peso del solito padrone dell’etere.
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