Come risolvere il devastante problema dei NEET – le decine di milioni di giovani europei Not in Education, Employment or Training? Ecco una ricetta eccellente cucinata da un grande cuoco e da una brillante Fondazione in perfetto menu stile ‘Social Innovation’ .

C’è del buono in Cornovaglia, anche se Emily, Shane e Jimbo, solo qualche mese fa, non ci avrebbero mai creduto. Ora, invece, tutto è cambiato.

«Ho incontrato ottime persone, ho conosciuto grandi amici e, soprattutto, ho imparato a cucinare piatti fantastici» racconta entusiasta Jimbo, uno dei ragazzi che, grazie alla fondazione Cornwall Foundation of Promise e alla creatività di Jamie Oliver, cuoco-imprenditore, è riuscito a lasciarsi alle spalle problemi di criminalità e tossicodipendenza.

Come lui anche i suoi ‘compagni di viaggio’, giovani fra i 16 e i 24 anni con storie difficili, hanno avuto, attraverso il programma “Fifteen”, una seconda chance, iniziando una carriera nel campo della ristorazione.

«È incredibile come dalla mia storia personale, sia riuscito ad arrivare fin qui, a lavorare per un top restaurant – dice Shane – lo consiglierei davvero a tutti».

Oggi questi ragazzi sono esempi di successo per i loro coetanei e lavorano come chef, su e giù per il paese, in ristoranti prestigiosi. Ed è proprio questo il punto. Il corso funziona davvero e gli “apprendisti” riescono a ripartire da loro stessi.

Lo fanno seguendo le lezioni e facendo pratica in una struttura funzionale di proprietà della fondazione, in una regione, come la Cornovaglia, di certo non tra le più ricche del paese.

È così che tra wok, pentole, mestoli e mattarelli torna l’ingrediente più preziosola fiducia.

La social enterprise “Fifteen”, infatti, non è la solita iniziativa che nasce e tramonta nel giro di poche stagioni. Qui il menu è stato ben studiato per rispondere con efficacia ad un bisogno sociale, avviando i ragazzi verso un lavoro qualificato.

Per Matt Thomas, Welfare & Support Manager, si tratta di un progetto significativo e ambizioso: «Conferisce competenze reali. Si provano, sperimentano, acquisiscono nuove certezze. Ogni, giorno, in quella cucina, crescono».

Con risultati eccellenti perché intorno a un tavolo (o, per meglio dire, intorno a una tavola), oltre alla fondazione, ci sono anche: il governo della Cornovaglia, la South West Regional Development Agency (SWRDAcon £ 482.000 e l’Unione Europea con £545,000 dal Objective One Regional Development Fund

Ne è nato così un vero ‘affare’ (sociale) a più attori: settore pubblico locale, Unione Europea, Settore Privato, Non profit (in ruolo trainante!). È un cofinanziamento, arricchito dal fundraising della fondazione, ma soprattutto dalle ottime entrate del ristorante: 3 mln di sterline e 300.000 di utile, 80.000 clienti l’anno, 80 giovani avviati con il programma di apprendistato e 1 mln di sterline nella filiera di fornitura. Un vero ‘social business’, tutt’altra cosa dalla filantropia o dal fundraising ‘a fondo perduto’.

E c’è un dato finale che spiega l’interesse del settore pubblico per questo esempio di social innovation: i risparmi del settore pubblico.

Per il programma di apprendistato la spesa pubblica è infatti di 25.000 sterline a giovane l’anno. Per i programmi di assistenza pura di 50.000 mentre, il costo di detenzione carceraria ammonta a 75.000 sterline l’anno.

Il piatto, dunque, è servito: la social innovation è un buona ricetta (sociale) per tutti i palati!

Si ringrazia per supporto alla stesura Antonella Andriuolo di ASVI Social Change (www.asvi.it

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