La Bce è pronta a mettere in campo nuove misure non standard di intervento sui mercati, nelle prossime settimane. Lo assicura il presidente della Banca Centrale europea, Mario Draghi, precisando dopo le polemiche degli ultimi giorni, che l’azione rientra “nella sua indipendenza e nel suo mandato”. I dettagli delle misure straordinarie che la Bce potrebbe adottare per contrastare la crisi del debito e che spaziano dagli interventi sui mercati dei titoli di Stato alla possibilità di riprendere i maxi-prestiti alle banche con la revisione delle garanzie richieste in cambio di liquidità, però, verranno discusse nelle prossime settimane e oggi sono state prodotte solo delle linee guida. Anche se è chiaro fin da ora che nella sua forma attuale il fondo di salvataggio Esm che l’Europa sta per lanciare non è una “controparte” in grado di accedere ai finanziamenti della Bce.

Delusione, quindi, sui mercati dove l’attesa di un annuncio concreto  dopo l’annuncio di Draghi della scorsa settimana era alle stelle. Naturale quindi che appena, esclusa la possibilità che Francoforte torni nell’immediato ad acquistare titoli di Stato, le borse del Vecchio Continente abbiano virato in rosso – con Madrid che ha vinto la maglia nera crollando del 5,16% seguita a stretto giro da Milano (-4,64%) – e che l’andamento dei titoli di debito sovrano sia rapidamente e drasticamente peggiorato rispetto a una situazione che lo stesso Draghi ha definito “inaccettabile”. A partire dal Btp decennale italiano i cui rendimenti sono schizzati al 6,3%, riportando lo spread col Bund a quota 506 punti, oltre settanta in più rispetto all’apertura di questa mattina. Malissimo anche la Spagna, con i Bonos che hanno registrato un balzo dei rendimenti oltre il 7% che ha portato il differenziale con gli omologhi tedeschi a 585 punti. In pratica i guadagni registrati dopo l’intervento di Draghi della scorsa settimana sono stati azzerati in una manciata d’ora. “Le tensioni sui mercati si risolvono con misure straordinarie” e queste possono essere “l’acquisto di titoli di stato” che la Bce “attuerà ma è il minimo”, ha commentato Vincenzo Longo, Market Strategist di IG Markets Italia, sottolineando  Longo come le vendite sui mercati siano state innescate, da una parte, dal fatto che l’Eurotower si “è limitata al minimo” e, dall’altra, “da prese di profitto dopo i rialzi delle scorsa settimana”.

”Non c’è stata alcuna retromarcia rispetto al mio discorso di Londra” , ha però detto Draghi  a chi gli chiedeva conto di eventuali passi indietro rispetto all’affermazione secondo la quale la Bce avrebbe fatto di tutto per salvaguardare l’euro. “Leggete il discorso, non ho parlato di titoli di Stato ma ho detto che l’Eurozona è forte e l’euro è irreversibile”, ha puntualizzato aggiungendo che  i mercati “hanno frainteso: l’euro irreversibile significa che non si potrà tornare alla Dracma o alle altre monete. L’euro resta e resterà. Non serve a nulla scommettere contro la moneta unica. L’euro è qui per durare”.  A spingere il presidente della Bce verso l’annuncio di nuove misure anti-crisi la scorsa settimana “non è stata alcuna specifica situazione, ma la sensazione di un peggioramento della crisi e delle conseguenze della frammentazione dei mercati finanziari in Europa”. Il numero uno della Banca centrale torna quindi a garantire che gli interventi della Bce sui mercati “saranno tali da conseguire gli obiettivi”. E  cerca di sgombrare il campo dalle polemiche  puntualizzando che questa mattina il Consiglio Direttivo della Bce è stato “unanime nel fare tutto il necessario per preservare la stabilità dell’euro” e che  “l’opposizione della Bundesbank e del suo presidente Weidmann all’acquisto di titoli di Stato da parte della Bce è ben nota”. A scanso di equivoci, poi, Draghi puntualizza che  “le azioni dei governi sono essenziali per ristabilire” una corretta trasmissione della politica monetaria che “non può riempire il vuoto” rappresentato da squilibri nei conti pubblici o nella discesa della competitività su cui appunto i governi devono agire. 

Il direttivo, in ogni caso, ha discusso di un nuovo taglio dei tassi ma i membri del consiglio hanno concordato sul fatto che “adesso non è il momento”. Non ha invece “discusso nella riunione odierna di specifici Paesi”. Di Madrid però si sottolineano forti progressi sul fronte del consolidamento dei conti, quanto all’Italia, se la Penisola avesse bisogno di un sostegno comunitario, come un ricorso ai fondi salva-Stati Efsf ed Esm per alleviare le tensioni sullo spread, secondo Draghi dovrebbe farne domanda esplicita come tutti gli altri Paesi. Anche se dalla Spagna Mario Monti che ha incontrato  Mariano Rajoy per rafforzare gli “ottimi rapporti bilaterali” e ribadire la richiesta di una rapida applicazione degli accordi di fine giugno, replica a stretto giro che da parte del governo italiano ”in questo momento non c’è alcuna intenzione” di chiedere l’attivazione dello scudo salva stati, c’è però l’intenzione di vegliare affinché l’Europa si doti di questo strumento. “Non so se governo chiederà l’attivazione di questo strumento. Bisognerà esaminare le modalità. Sono però sicuro comunque che continuerà a fare con tempestività cio che è gli è richiesto di fare e che coincide con ciò che l’Europa chiede all’Italia”, ha precisato il premier secondo il quale nelle parole di  Draghi “ci sono passi avanti e nessuno indietro” e il tema dello spread “tocca al cuore funzionalità della politica monetaria e quindi la competenza della Banca centrale”.  

 

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