Guardi Formigoni. Impettito e tronfio nell’aula del consiglio regionale. Pensi che dovrebbe dimettersi. E poi? Cerchi il suo avversario alle ultime elezioni. E ti ricordi che si tratta di Penati. Meglio evitare.

Cerchi il vice del governatore. E’ il leghista Gibelli che, su mandato del suo partito, tiene in vita la giunta del Celeste per “opportunità politica”, dice, ma è semplicemente un ricatto. Pensi che sarebbe necessario (e normale) votare il prima possibile.

Formigoni è lì da 18 anni, la Regione è praticamente roba sua. Può bastare. Quindi elezioni. Ma se poi dovesse ricandidarsi e vincere di nuovo? Chi sarebbe pronto a sfidarlo? Chi in grado di sconfiggerlo? Macché, un volto e un nome non riesci neanche a immaginarlo. Fuori dalla Regione? La società civile da cui è spuntato Giuliano Pisapia può offrire un altro candidato vincente? Ci sarà sicuramente. Ma il sindaco di Milano aveva come avversario Letizia Moratti, reduce da cinque anni fallimentari al Comune. E posto che i possibili migliori della città (uno su tutti Umberto Ambrosoli) accettino la sfida, il centrosinistra sarà in grado di sostenerlo senza litigare come suo solito?

Ricordo che a poche settimane dal voto delle comunali, con Pisapia che aveva stravinto le primarie ed era ormai il candidato unico di coalizione, Penati disse che dovevano cambiare candidato perché la compagna del futuro sindaco, Cinzia Sasso, aveva avuto a canone più che agevolato un’abitazione in pieno centro del Pio Albergo Trivulzio in affitto. “Facciamoci del male” sarà l’epitaffio del centrosinistra italiano che fa di tutto per estinguersi il prima possibile.

E la mestizia della regione è la stessa che si prova a livello nazionale. Discutono di rinnovare la legge elettorale, tutti appassionatamente insieme (tranne la Lega e a tratti l’Idv) un governo tecnico tenendolo però immobile, annunciano elezioni politiche a primavera ma minacciano “in autunno” (la settimana del 5 agosto scade il tempo e si andrà quindi a termine mandato naturale), dimenticando però chi noi cittadini dovremo votare.

Berlusconi riscende in campo? Ok, lui diciamo che c’è. Poi? Il ballerino delle primarie Bersani? Ripetere in continuazione che lui non smacchia Giaguari non basta a cancellare l’idea che forse sarebbe meglio lo facesse. Almeno quello. Esclusi quelli che forse riusciranno a sopravvivere con il 4/8 per cento, quindi i vari Casini, Fini (esiste ancora Fli?), chi c’è?

Il panorama della politica italiana appare sempre più imbarazzante. Tanto che anche loro scappano al voto. E spingono, chi da una parte, chi dall’altra, affinché rimanga Monti. O piuttosto Passera, perché no. Dunque Formigoni che se ne frega delle accuse e non si dimette è la conseguenza diretta dell’inesistenza dell’opposizione che appare incapace quanto spaventata di doversi assumere delle responsabilità. Il tutto a spese dei cittadini. A ottobre per tutti i consiglieri regionali scatta il vitalizio, chissenefrega.

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