Costruire dieci organi umani in provetta, dal cervello, ai polmoni al cuore: è l’obiettivo di un programma di ricerca finanziato negli Stati Uniti con 70 milioni di dollari, frutto della collaborazione fra l’Istituto di Sanità (Nih), l’Agenzia per la ricerca del Dipartimento della Difesa e l’ente per il controllo sui farmaci, la Food and Drug Administration (Fda).

I fondi sono stati assegnati a diversi centri di ricerca per poter avere a disposizione i primi ‘organi su un chip’ sui quali sperimentare in modo più rapido ed efficace farmaci e terapie. Della durata di cinque anni, il programma si chiama ‘Tissue Chip for Drug Testing’ e testimonia come la ricerca stia lavorando per fare a meno della sperimentazione sugli animali. Fra gli istituti coinvolti vi sono il Wyss Institute dell’Università di Harvard e il Vanderbilt Institute per la ricerca di biosistemi integrati (Viibre).

Ogni singolo organo su chip, spiegano gli esperti, sarà piccolo quanto la memoria di un computer, sarà composto da polimeri trasparenti e flessibili e conterrà popolazioni di cellule umane. Poichè i microdispositivi saranno traslucidi, permetteranno di vedere il funzionamento interno degli organi. L’obiettivo è costruire dieci diversi organi umani su chip da collegare insieme, per imitare più da vicino la fisiologia del corpo umano per permettere analisi in tempo reale delle sue complesse funzioni biochimiche. In alternativa ai modelli tradizionali di sperimentazione animale che spesso non riescono a prevedere le reazioni umane, questi organi umani su chip, sottolineano gli esperti, saranno utilizzati per valutare rapidamente le risposte a nuovi farmaci, fornendo informazioni critiche sulla loro sicurezza ed efficacia. 

Questa piattaforma unica, rilevano gli esperti, potrebbe contribuire a garantire che le terapie sicure ed efficaci siano identificate prima rispetto a quanto accade ora, e che le terapie inefficaci o tossiche vengono respinte nelle prime fasi del processo di sviluppo. Di conseguenza, concludono gli esperti, la qualità e la quantità dei nuovi farmaci allo studio e in fase di sperimentazione potranno essere aumentate e gli esiti per i pazienti migliorati. Gli organi su chip, ha osservato Jesse Goodman della Fda, “hanno il potenziale di essere un modello migliore per determinare le risposte umane a farmaci e terapie. La Fda attende con impazienza di lavorare allo sviluppo di questi modelli che possono essere utilizzati per lo sviluppo di nuove terapie”.

Fonte – Ansa

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