“Ci hanno messo una batteria di missili sopra la testa, dicono che così staremo più sicuri e che è per l’interesse nazionale. Ma noi non li vogliamo, non desidiriamo vivere nella paura fino a metà settembre”. Janet abita nella Fred Wigg Tower, un condominio popolare nel quartiere di Leytonstone, a tre chilometri di distanza in linea d’aria dallo stadio olimpico. Sopra la Fred Wigg Tower, e in quattro altri siti nella Londra orientale, il ministero della Difesa britannico ha fatto piazzare missili terra-aria per eventuali attacchi terroristici sui luoghi dei giochi globali e sul villaggio olimpico. Gli abitanti del palazzo si sono opposti, ma inutilmente. E così il tribunale ha dato il via libera al piano.

“I militari sono venuti di notte a piazzare tutto questo ‘ben di Dio’. E solo di notte si muovono utilizzando il nostro ascensore, infatti non li vediamo mai”, aggiunge Janet, che rifiuta di dare il suo cognome ma dice “abito al terzo piano. La cosa che fa più arrabbiare è che non siamo stati assolutamente consultati: ci hanno solo dato un volantino, qualche giorno prima dell’installazione, per, secondo loro, ‘rincuorarci’. Ci ringraziavano per il servizio svolto alla nazione e per la nostra pazienza – sottolinea – ma nessuno ci ha chiesto un parere sulla questione. Il problema è che è una casa popolare del Council di Waltham Forest. Quindi non abbiamo voce in capitolo, decide tutto il Comune. Che, in questo caso, ha semplicemente obbedito agli ordini del ministero della Difesa”.

Due settimane fa, un giudice della Corte Suprema, un istituto di recente creazione e che ha sostituito la precedente corte presieduta dai Lord della camera alta del parlamento, ha rigettato un ricorso fatto da alcuni abitanti di questo palazzo di 17 piani. Il giudice Charles Haddon-Cave ha infatti respinto le richieste degli inquilini terrorizzati dicendo che “non ci sono reali pericoli per la popolazione e questa misura rientra nel piano per la sicurezza olimpica”. Del resto, già tre mesi fa, quando venne fuori la notizia delle cinque postazioni di missili sparse per Londra e iniziarono le polemiche, l’avvocatura del MoD, il Ministry of Defense, disse che, per questioni di sicurezza nazionale, il governo non aveva l’obbligo di consultare il comune cittadino e nemmeno le amministrazioni locali. “E la cosa che ci fa più arrabbiare, oggi, è che il Council di Waltham Forest si è sottomesso ai voleri del ministero senza nemmeno aprire la bocca e far sentire la propria voce – denuncia un altro residente – So che qualche consigliere locale è arrabbiato come noi, ma nulla possono fare. Per fortuna in questi giorni stiamo ricevendo la solidarietà di tanti gruppi di azione. Ma è assurdo che dobbiamo vivere militarizzati. Lei, che è un giornalista, non avrebbe nemmeno il permesso di entrare in casa mia, non le farebbero prendere nemmeno l’ascensore”.

I missili piazzati sulla Fred Wigg Tower sono gli HVMs, gli High Velocity Missiles, che viaggiano a una velocità che è tre volte quella del suono e sono stati progettati per le minacce provenienti da aerei o elicotteri “a volo basso”. Ma a Londra, in questi giorni, sono stati piazzati, in altre tre località, anche missili Rapier, a gittata più corta ma in grado di distruggere, oltre che velivoli, anche altri missili eventualmente sparati contro gli obiettivi olimpici. L’altra postazione di HVMs è a 500 metri in linea d’aria dallo stadio olimpico, sul Lexington Building di Fairfield Road. Qui gli abitanti hanno raccolto migliaia di firme contro il progetto del ministero, ma la petizione non ha avuto alcun esito.

Un altro abitante della Fred Wigg Tower, qui in Montague Road, al confine con un parco, è comunque favorevole. “Secondo me è stata un’ottima decisione, del resto è per motivi di interesse nazionale. Io non ho paura ad avere dei missili sopra il tetto, sarei più spaventato a non averne affatto”, dice Ibrahim Patal, mentre esce da questo palazzone, che per coincidenza è di colore bianco e verde militare, per andare alle preghiere per il Ramadan. Altri abitanti nemmeno si fermano a rispondere: “Non ho tempo”, “Non posso parlare” le risposte più comuni, forse perché temono ritorsioni o forse per non apparire sulla stampa. Nel mentre, arrivano due elettricisti diretti verso un appartamento, per un guasto. “Speriamo non sparino proprio oggi”, scherzano ma con un sorriso beffardo sul volto.

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