“Se Lucio Dalla non ha fatto il testamento in favore di Marco Alemanno vuol dire che non lo voleva fare. Non voleva lasciargli nulla. Se avesse voluto, avrebbe avuto tutti gli strumenti per farlo”. Così il senatore Carlo Giovanardi, intervistato da Klaus Davi nella sua trasmissione KlausCondicio, ha commentato la vicenda legata all’eredità del cantautore scomparso a marzo.

L’ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio ha poi puntato il dito contro la stampa e la comunità omosessuale, colpevoli secondo lui di aver strumentalizzato il caso. “Per i funerali di Lucio Dalla – ha aggiunto – sono stati tirati in ballo a sproposito la Chiesa e i cattolici, perché Dalla era religioso e cattolico e voleva vivere la sua vita senza che nessuno lo obbligasse a fare cose che non voleva fare. È successa la stessa cosa con Vasco Rossi: i commentatori hanno detto: ‘Vasco Rossi ha detto che e’ costretto a sposarsi perché in questo Paese le coppie di fatto non sono tutelate’, dando colpa ai cattolici e alla Chiesa”.

Intanto ieri sera, durante il Festival Teatro Canzone Giorgio Gaber di Viareggio, le Fondazioni dedicate a Giorgio Gaber e Fabrizio De André hanno lanciato un appello per l’istituzione di una fondazione intitolata a Dalla, che tuteli “il patrimonio artistico e culturale lasciato dal grande Lucio”. Un messaggio che ha già raccolto 80 adesioni tra i big del mondo della musica, del cinema e dello spettacolo italiani.

“L’esperienza maturata in questi anni – si legge nell’appello – porta le Fondazioni a considerare l’urgenza di tutelare il patrimonio artistico e culturale lasciato dal grande Lucio. Le Fondazioni si impegnano a sollecitare coloro ai quali spetta la decisione finale, di coinvolgere i più stretti collaboratori di Lucio, tutti coloro che per anni hanno accompagnato la sua vita artistica, di avviare il più presto le azioni atte a dare vita alla Fondazione, già tanto nei desideri dello stesso Dalla, per poter proseguire nella divulgazione del suo patrimonio e nell’opera di promozione dell’arte del nostro tempo”.

L’appello agli eredi del cantautore scomparso all’inizio di marzo è stato letto da Dori Ghezzi, insieme alla figlia di Gaber, Dalia, con un videomessaggio trasmesso in occasione della conferenza stampa di presentazione della serata conclusiva. Tra le adesioni all’iniziativa quelle di Pupi Avati, Franco Battiato, Samuele Bersani, Claudio Bisio, Elisabetta Canalis, Ombretta Coli, Cristiano de Andrè, Fabio Fazio, Fiorello, Dario Fo, Ivano Fossati, Carla Fracci, Enzo Iacchetti, Jovanotti, Renato Zero, Gianni Morandi, Enrico Ruggeri, i Pooh, Sergio Cofferati, Cesare Cremonini e Gaetano Curreri.

Appena qualche settimana fa, a inizio luglio, è stata ufficializzata l’assenza di un testamento. L’eredità, che si aggira intorno ai 50 milioni di euro, passerà a cinque cugine che verranno chiamate per procedere alla divisione in parti uguali del patrimonio: 10 milioni di euro cadauna. Rimane invece fuori dai giochi Marco Alemanno, 32 anni, che a giorni dovrebbe abbandonare definitivamente la casa bolognese di via D’Azeglio, dove da anni conviveva insieme al cantautore scomparso.

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