Si rivolgono direttamente al ministro Profumo gli scienziati dell’Inrim, l’Istituto nazionale di ricerca metrologica di Torino, chiedendo le dimissioni del loro presidente Alberto Carpinteri che è stato appena sfiduciato dal cda dell’Istituto. Il terzo tra gli enti di ricerca pubblici in Italia è da qualche tempo alle prese con la passione del nuovo dirigente, di nomina gelminiana, per la ricerca sul “piezonucleare”, una forma di fusione fredda che gran parte della comunità scientifica italiana considera poco più di una bufala. Su questo filone di studi Carpinteri vorrebbe dirottare parte dei fondi triennali dell’Inrim, adesso duramente colpiti anche dagli interventi della spending review (-330mila euro nel 2012 e -880mila nel 2013).

Una decisione che ha suscitato forti polemiche nella comunità scientifica italiana e non solo. “Gli esperimenti sono descritti male e nessun altro gruppo è stato in grado di riprodurli”, ha recentemente spiegato a Nature Ezio Puppin, ingegnere nucleare al Politecnico di Milano. Puppin un mese fa è stato promotore di una petizione firmata da più di mille scienziati per fermare la scalata dei “piezonuclearisti” all’Inrim e lo preco di risorse pubbliche “allocate per finanziare e sostenere progetti privi, per lo meno allo stato attuale, di alcun fondamento scientifico”.

Sul punto il ministro Profumo, incalzato dalla polemica, aveva fatto sapere che non sarebbe stato concesso alcun  finanziamento senza l’ok degli scienziati. “Credo che la comunità scientifica si sia espressa molto chiaramente finora – ha spiegato il vertice del Miur – e spero che il nuovo Consiglio Direttivo si muova nella giusta direzione, dato che l’Istituto ha una mission diversa da quella della ricerca piezonucleare”. Eppure da giugno a oggi poco è cambiato, a parte la scomparsa del nome di Fabio Cardone, personaggio singolare e compagno di cordata di Carpinteri nelle ricerche sul “piezonucleare”, tra i nomi per il posto vacante nel consiglio scientifico dell’istituto.

Con una lettera firmata da 82 su 94 dipendenti e indirizzata a Francesco Profumo. Ricercatori e tecnologi chiedono oggi le dimissioni di Carpinteri. “È la prima volta in Italia che un istituto di ricerca sfiducia il suo presidente” fanno sapere dall’Inrim. Il motivo del gesto è così spiegato: “L’enfasi abnorme pervicacemente data dal Presidente alla “ricerca piezonucleare”, e la commistione tra interessi particolari e i problemi più generali di indirizzo, programmazione e gestione del’Inrim”  stanno generando “crescenti difficoltà operative” all’interno dell’istituto.

Dal suo canto Carpinteri non mostra lacuna intenzione di lasciare il proprio posto e ha dichiarato “del tutto strumentale e pretestuosa” la polemica sui fondi pubblici. “Nessuna ricerca si fa a costo zero – ha detto – Io ho condotto le mie usando sinora solo i finanziamenti del Politecnico di Torino dedicati a studi curiosity-driven. Attualmente i finanziamenti Inrim non sono neppure arrivati. Se la caccia alle streghe non finirà, l’unica fonte rimarranno i privati”.

Intanto il gruppo del “piezonucleare”, che gode di sponde politiche nel centrodestra, ha trovato nuovi supporter. Novello sostenitore del nucleare pulito e del filone di ricerca che fa capo al professor Carpinteri si è infatti scoperto il deputato Domenico Scilipoti, che lo scorso 2 luglio ha invitato il presidente dell’Inrim come relatore ad un convegno da lui organizzato a Roma. Titolo dell’incontro: “Verso una rivoluzione energetica non inquinante”. In quell’occasione Carpinteri, incalzato da una domanda di Scilipoti, ha potuto sostenere che le reazioni piezonucleari potrebbero essere utili anche alla previsione dei terremoti.

A chiusura dell’evento, Scilipoti è stato pronto a rilanciare la notizia diramando un comunicato: “Ritengo  che si renda necessario, a questo punto, operare nella direzione della sperimentazione e lo Stato dovrebbe, di fatto, finanziare questa ricerca, perché se quanto sostenuto dovesse corrispondere a verità, – conclude il deputato Mrn – si potrebbe parlare, a tutti gli effetti, di rivoluzione copernicana”. La parola passa al ministro Profumo.

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