La Juventus è tornata in Valle d’Aosta per la nona volta nella sua storia dopo un’assenza di nove stagioni. La Regione ha convinto la Vecchia Signora a suon di quattrini: 2milioni 300mila euro spalmati in tre anni, che entreranno nelle casse della società di corso Galileo Ferraris, un terzo rispetto a quelli incassati a Pinzolo, in Trentino, tra il 2006 e il 2010 (più o meno 8 milioni in cinque anni). I tifosi fanno da contraltare e si lamentano per il prezzo degli allenamenti: 4 o 5 euro a persona per una singola seduta, 8 o 10 per l’abbonamento giornaliero a seconda del giorno.

Se uno ha due figli (sotto i sei anni non si paga, ndr), una famiglia spende più di 30 euro al giorno: “Uno scandalo” tuonano i supporters bianconeri. Ma intanto gli alberghi e i bed&breakfast della vallata sono esauriti per tutto il periodo del ritiro: dal 12 al 23 luglio non si trova più un buco da nessuna parte. Da Chatillon a Saint Vincent, fino a Pont Saint Martin. Alla faccia della crisi. Ci si lamenta per i prezzi dei biglietti, ma gli hotel e le tribune allo stadio Comunale per assistere alle “evoluzioni” dei propri beniamini sono piene. E non c’è da stupirsi se per la prima amichevole della stagione contro la rappresentativa della Valle d’Aosta, le tribunette erano esaurite in ogni ordine di posto nonostante i 20 euro chiesti dai campioni d’Italia.

Ma chi ha fatto il primo passo? La Juventus o la Regione della vallee? “Diciamo che i matrimoni si fanno sempre in due” ammette Aurelio Marguerettaz, assessore al Turismo, Sport, Commercio e Trasporti della Valle D’Aosta. Ma facciamo un passo indietro. L’anno scorso, dopo cinque anni a Pinzolo, la truppa della “goeba” s’era spostata a Bardonecchia, pronta a firmare un contratto triennale. Poi qualcosa è andata storto e l’accordo è saltato all’ultimo momento. Dopo un solo anno la Val di Susa ha perso la Juve, che quindi è tornata tra i monti vicino ad Aosta.

Cos’è andato storto? La valle che ha ospitato le Olimpiadi Invernali del 2006 se lo sta ancora chiedendo; quella che annovera nel suo territorio il casinò più famoso d’Italia ringrazia: Beppe Marotta, amministratore delegato della Signora, ha firmato fino al 2014. Per le prossime tre estati Buffon & C. verranno qui a preparare il campionato. “I rapporti con la Juve non si sono mai interrotti dal 2004, anno dell’ultimo ritiro – prosegue Marguerettaz – Noi abbiamo sempre fatto intendere che eravamo disponibili a trattare e abbiamo lasciato sempre la porta aperta”. Le cifre? “620 mila euro il primo anno, 800 il secondo e 900 il terzo”. Ma qual è stato l’intoppo a Bardonecchia? E’ presto spiegato da fonti vicine all’assessorato all’Istruzione, Turismo e Sport capitanato da Alberto Cirio.

La Valle d’Aosta è una regione autonoma con statuto speciale e ha potuto garantire immediatamente, cash, gli emolumenti promessi alla Signora. Cosa che il Piemonte non ha potuto fare, non potendo sponsorizzare direttamente un evento senza permesso. La Regione aveva già promesso la stessa cifra dell’anno prima ai bianconeri che però, prima di incassarla, avrebbero dovuto aspettare l’approvazione del bilancio e poi il lancio del bando di concorso. Quindi i tempi si sarebbero inevitabilmente allungati troppo per una società che ha bisogno di incassare immediatamente per ammortizzare le spese. Ecco spiegato il mistero: la Juventus ha fatto la scelta più conveniente ed è andata da chi ha potuto dargli immediatamente la cifra pattuita. Secondo altre indiscrezioni, inoltre, a quanto pare la Regione Piemonte deve ancora finire di pagare gli 830 mila euro stabiliti e pare addirittura si debba ancora saldare il conto dell’albergo in cui la formazione di Antonio Conte ha soggiornato 365 giorni fa.

In totale la Juve incasserà dalla vallèe 2 milioni e 320 mila euro. Perché questa differenza tra il 2012 e il 2014? “Non soltanto per la mancanza dei Nazionali (Buffon, Barzagli, Bonucci, Chiellini, Giaccherini, Marchisio, Pirlo e Giovinco, i quali dopo Euro 2012 si stanno godendo le vacanze, ndr) ma anche perché ci siamo messi d’accordo in ritardo rispetto alle previsioni – ha detto Marguerettaz – Abbiamo cominciato a fare propaganda da metà maggio in poi e il tempo è stato risibile. Dalla prossima stagione cominceremo la campagna pubblicitaria già nel periodo invernale, quando valanghe di sciatori si riverseranno da queste parti”.

Un discorso che non fa una grinza. Ma se le due parti hanno messo nero su bianco soltanto a fine aprile, significa che le porte aperte non sono state sufficienti per convincere la Juve a salire tra il Monte Cervino e il Monte Bianco. Oppure che la diatriba con Bardonecchia è andata avanti fino a pochi mesi fa. “Il marchio Juve – conclude l’assessore al Turismo, Sport, Commercio e Trasporti – trascina le folle. D’altronde stiamo parlando di una società che ha oltre 12 milioni di tifosi. Abbiamo fatto un investimento importante, consci di un ritorno d’immagine maggiore grazie al brand juventino. E’ un modo per far conoscere la valle e le sue potenzialità”.

Plausibile pensare ad un incremento del turismo pari al 50 per cento? “Sì, è plausibile – dice il sindaco di Chatillon, Henri Calza – Gli alberghi sono al completo per tutto il periodo che va dal 12 al 23 luglio. La Regione ha fortemente voluto questo accordo ed è riuscita a portare la Juve qui in valle. Tra Chatillon e Saint Vincent tutti e 2000 i posti letti sono andati a ruba”. E la cittadina che ospiterà la Vecchia Signora come s’è preparata all’evento? Alla grande: negozi addobbati, altri rammodernati, striscioni e gigantografie di ex calciatori juventini affisse ovunque sulle facciate degli edifici, eventi collaterali e spettacoli organizzati ogni sera, tra cui la “notte bianconera” con aperitivi serali musicali.

Se si tiene conto che al primo giorno di ritiro c’erano quasi 900 tifosi sugli spalti (massima capienza 1500, ndr) pur essendo un giovedì lavorativo qualsiasi per la maggior parte degli italiani, ci si può rendere conto del “famoso” ritorno di immagine di cui parlava l’assessore per la Valle D’Aosta in questo triennio. Una valle che, nonostante abbia speso quasi due milioni e mezzo, non è riuscita a raggiungere il livello di Pinzolo. Gli emolumenti valdostani, a conti fatti, sono all’incirca un terzo di quelli che sborsò il Trentino dal 2006 al 2010. Alla faccia della crisi. Ma allora perché la Signora se n’è andata da Pinzolo rinunciando a tutti quei soldi? Perché il Trentino, scaduto il contratto dopo il quinquennio 2005-2010, aveva proposto ai bianconeri un rinnovo al ribasso, avendo già un altro acquirente alle spalle: gli acerrimi nemici dell’Inter, già pronti ad accettare nonostante le cifre ridotte. A quel punto Andrea Agnelli, il cui sogno era quello di riportare la Juventus in ritiro all’interno del territorio piemontese, ha declinato l’invito e trovato l’accordo con Bardonecchia. Un doppio scherzo del destino: Juve spodestata da Pinzolo dai rivali storici nerazzurri e ‘beffata’ successivamente dalla Valle di Susa. Una Juve che sopo soltanto un anno ha scelto di ‘emigrare’ fuori dal Piemonte.

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