Un errore di stampa? Una distrazione? Il risultato è un doppione quasi perfetto. Una riproposizione fedele di pensieri e parole. Roberto Saviano ha attinto dal lavoro di un altro giornalista senza citare la fonte. Già in passato il cronista Giampiero Rossi aveva evidenziato somiglianze tra un passo del suo libro e un intervento televisivo del celebre scrittore di Gomorra, finito sotto scorta per le minacce dei Casalesi. Questa volta il caso è del tutto nuovo. Saviano ha ripreso pari pari, senza citare, passaggi del capitolo scritto nello stesso libro da un altro autore. Il rapporto in questione è quello Ecomafia 2012, l’importante report elaborato ogni anno da Legambiente sulle ecomafie italiane, costo al pubblico 24 euro, presentato una settimana fa a Roma davanti al procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso, del ministro dell’Ambiente Corrado Clini e di altre personalità della magistratura e della politica.

La prefazione è firmata da Roberto Saviano, così come la quarta di copertina riporta una sua frase sulla necessità del lavoro di denuncia e di continuare ad occuparsi della propria terra. Nelle sette pagine di prefazione Saviano ricorda l’importanza del rapporto, che quest’anno affronta anche il tema dei comuni sciolti per infiltrazione mafiosa. L’autore di Gomorra passa poi in rassegna gli enti locali azzerati nel nord Italia. Nello stesso volume c’è un capitolo, firmato da Giovanni Tizian, giornalista e scrittore sotto scorta per le minacce ricevute dai clan, dal titolo ‘Il sacco del nord‘ che affronta lo stesso argomento.

Ma ad essere uguale oltre alla questione ‘comuni sciolti’ sono anche le parole. Troppe per non attirare l’attenzione. I curatori del rapporto tengono a precisare: “E’ stato un nostro errore, avremmo dovuto virgolettare le parti della prefazione di Saviano che richiamavano il lavoro di Tizian, ci è sfuggito”. Nella introduzione di Saviano si legge: “Dimenticato, rimosso, cancellato dalla memoria collettiva. Il primo comune sciolto per mafia nessuno lo ricorda più. E’ un fantasma disarmato, lontano. Eppure il caso Bardonecchia racchiudeva l’essenza della ‘ndrine del Nord. Cemento, appalti, forniture, condizionamento della politica”.

A pagina 125, Giovanni Tizian inizia il suo intervento allo stesso modo. Un intero paragrafo dove cambia solo la posizione di qualche parola con un ritocco alla punteggiatura. Più avanti, Saviano scrive: “A nord della Linea Gotica protagonista assoluta è la mafia calabrese. Capaci di relazionarsi come nessun altro, i clan della ‘ndrangheta prediligono le piccole amministrazioni. Consapevoli che lì si decide in fretta e dell’immediato futuro delle città. Concessioni e autorizzazioni. Piani regolatori e appalti. In altre parole: il destino dei territori”. Anche Tizian scrive lo stesso, solo con qualche leggera variazione. Ci sono altri passaggi identici, qui sotto elenchiamo quelli più consistenti che raccontano, meglio di ogni altra valutazione, il doppione. Un doppione che i curatori del rapporto addebitano alla fretta nell’editing che non ha consentito di virgolettare e citare i lunghi passaggi ripresi. Saviano, dicono loro, firma la prefazione, ma non c’entra.

Confronta il testo scritto da Roberto Saviano con quello di Giovanni Tizian
 

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