A Bologna stanno tinteggiando a graffiti palazzi orribili e la cosa mi piace (maggiori dettagli su https://www.facebook.com/FrontierLaLineaDelloStile).
Finalmente dei soldi dei contribuenti spesi un po’ alla cazzo, per poi un giorno potersi lamentare e dire “Se invece di fare i graffiti quei soldi li spendevano per…” come ai tempi in cui la giunta Guazzaloca  impose la statua di padre Pio a Porta Saragozza, le Gocce in Piazza Re Enzo e una fontana insulsa fontana in Piazza Trento Trieste.
Giunta che hai, artisti architetti o presunti tali che ti vengono imposti.
Niente di nuovo, le solite cose, i soliti discorsi, la solita modestia che ci accompagnerà fino alla morte.

I graffiti sui palazzi orribili sono stati accolti dalla parola novità, ma forse non tutti sanno che il primo esperimento abusivo di tale pratica di abbellimento degli orrori fu fatta pochi anni fa (nel 2008)  in Via Beroaldo, strada orribile salvata solo dagli alberi che prima o poi qualche giunta comunale di orientamento verde asfalto abbatterà [ vedi foto ].
La cosa interessante di Via Beroaldo è che è popolata solo da umarells e da zdaure, soprattutto dalle seconde che, come ben sappiamo, vivono più a lungo dei primi.
Questa vecchiaia totale e queste vite lunghissime, non permettono alla popolazione extracomunitaria di andare a popolare quelle zone e i muretti sono tutto un via vai di zdaure dalla stanela, dal grimbalan e dal polpaccino alla Bartali.
La cosa è talmente evidente che un bel giorno un anonimo vraiter della tipologia glu ha incollato degli enormi patacchi di zdaure sui palazzi fatiscenti, abbellendoli non poco.
Le zdaure sono state molto contente di vedere queste opere, una ventata di novità che le celebrava, mentre gli umarells si sono incazzati, ma poi alla fine sapete cosa succede quando gli umarells si incazzano per partito preso: niente.
Il tempo passa, gli umarells defungono,ma vengono sostituiti da altri umarells e non passa lo straniero.
Le zdaure sono sempre lì e a loro si sono aggiunte zdaure nuove più qualche badante scoreggiona dell’est europa.
Sui muri, i segni del tempo che passa e le zdaure incollate che si scrostano dalle pareti in attesa di un restailing.
In sottofondo, un gran rumore di cicale cicale cicale.
E la formica?
Un giorno telefonerà ai vigili e farà abbattere gli alberi, ma le zdaure saranno ancora lì.
Tutte

Articolo Precedente

Revolver e zoccoli di legno per sabotare le menzogne

next
Articolo Successivo

“Tanzi non è pentito”: l’ex re della Parmalat resta in carcere

next