Si chiama “Relazione sul monitoraggio delle polizze RC auto proposte a clienti italiani, comunitari e di paesi terzi”. A commissionarla l’ong Cospe e l’Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione. I risultati dello studio, una serie di rilevazioni riguardanti le principali assicurazioni italiane, sono chiari: 6 tra le principali compagnie italiane di assicurazioni discriminano i propri clienti in base alla provenienza geografica. Si tratta di Linear, Quixa, San Paolo, Con Te, Ubi e Zurich assicurazioni.

Nella sostanza queste compagnie inseriscono tra i vari parametri che contribuiscono a stabilire l’ammontare del premio assicurativo Rc auto anche quello della cittadinanza. Con relativa penalizzazione per i non italiani. Ecco un esempio: posto a 100 euro il valore di un contratto standard con un automobilista italiano, Linear ha chiesto 117 euro a rumeni e marocchini. Ancora: se Quixa chiede a un italiano 100 euro, a rumeni, bulgari e marocchini chiederà rispettivamente 155, 166 e 200 euro. Il doppio rispetto alla tariffa base dunque. E così via con le altre compagnie citate. Chi più chi meno, tutte hanno previsto una differenza tra quanto richiesto agli italiani e quanto richiesto agli stranieri. E ovviamente ad essere penalizzati sono stati gli stranieri. C’è di più: alcune compagnie (Con Te e Linear) non chiedono nemmeno la nazionalità ma semplicemente il luogo di nascita. Con il risultato di discriminare anche i cittadini italiani nati all’estero non in base a dati statistici ma solo secondo uno “stereotipo” geografico, per non dire razziale.

Per protestare contro questa situazione il consigliere regionale dell’Emilia Romagna Thomas Casadei e altri 14 consiglieri del Partito democratico hanno presentato una risoluzione contro quella che considerano “una norma palesemente discriminatoria e priva di qualsiasi giustificazione”. La risoluzione sollecita un intervento del Parlamento per sanare la situazione e chiede all’Isvap (Istituto di vigilanza sulle imprese assicurative private) una presa di posizione netta “di condanna dell’utilizzo del parametro della cittadinanza al fine della determinazione del premio assicurativo Rca”.

Non è la prima volta che questo tipo di pratica assicurativa viene segnalata. L’ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali (Unar) aveva già sollecitato in passato le assicurazioni ad un trattamento paritario fra italiani e non, perché altrimenti si sarebbe derogato “a un principio di parità posto a tutela di un valore fondamentale della persona umana”. Anche la Commissone europea ha dichiarato “contraria al diritto dell’Unione europea la prassi seguita da alcune compagnie assicurative in Italia di includere la cittadinanza dell’assicurato tra i fattori attuariali nella definizione delle tariffe assicurative RC Auto”.

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