Ci sarà pure un giudice a Berlino” è una battuta teatrale presa da un’opera di Bertold Brecht, riferita alla storia di un mugnaio di Potsdam, intenzionato a ricorrere alla giustizia contro il re Federico II, che minacciava di espropriargli il mulino per la costruzione della sua reggia di Sans Souci.

Con la stessa ostinazione del mugnaio tedesco, un gruppo di cittadini del comitato Rho-Parabiago ha ottenuto giustizia dal Tar della Lombardia, che, accogliendo nella sostanza le motivazioni del ricorso, ha annullato la delibera del C.I.P.E. del 13 maggio 2010, che approvava il progetto definitivo di potenziamento ferroviario di R.F.I.(727,7 milioni di euro per l’intera opera da Rho

a Gallarate, di cui 401,8 destinati ai 8 km di quadruplicamento da Rho a Parabiago).

Si contesta soprattutto il fatto che la valutazione di impatto ambientale, anche nella stesura finale dei quattro binari, si riferiva al progetto con i soli tre binari, nell’intento presumibile, si può immaginare, di non evidenziare il reale dissesto del territorio.

Tra l’altro, nel progetto originale, è curioso cogliere passaggi del tipo “la scelta di realizzare un terzo binario piuttosto che un quadruplicamento della linea è dettata dai vincoli imposti dal fitto contesto urbanistico di riferimento”; e ancora: “la capacità assicurata dai tre binari è comunque sufficiente a consentire la rispondenza al modello trasportistico richiesto” che certificano, più d’ogni altro, quale fosse la reale esigenza o difficoltà di procedere ad un quarto binario.

Insomma, se nel progetto preliminare si dichiarava esplicitamente l’inutilità del quarto binario, nel  definitivo, in perfetta incoerenza, lo si riteneva praticamente indispensabile, sollevando legittime perplessità sui motivi del cambiamento di rotta di Italferr.

La vicenda, di cui finora si è detto e scritto troppo poco, è emblematica del modo con il quale, in Italia, si decide delle sorti del territorio, trascurando sia le proteste dei cittadini che le pesanti ricadute ambientali (riduzione del canale Villoresi, muri  fonoassorbenti di 7,32 m di altezza e abbattimento di interi stabili).

Henry Ford usava dire che “c’è vero progresso solo quando i vantaggi di una nuova tecnologia diventano per tutti”. Il Tar della Lombardia, con la sentenza, ne ha solo ribadito il principio.

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