In occasione del Music Summer Summit di Ischia, la Guardia di Finanza ha presentato i dati dell’attività antipirateria condotta sul territorio italiano dalle Fiamme gialle. Due milioni di dvd e oltre 60mila computer e hard-disk sono solo una parte dei sequestri compiuti negli scorsi mesi nel solo territorio nazionale. Dati allarmanti che, secondo le parole del colonnello Cesare Forte, sottolineano il momento di crisi che, oltre all’economia nazionale, sta colpendo da tempo il settore dell’intrattenimento audio-visivo.

“I primi sei mesi del 2012 – ha dichiarato Forte – hanno fatto registrare un significativo incremento dei sequestri nel settore dell’audiovideo, sia come film che come musica, sia come videogiochi, in fortissimo aumento. Hanno già raggiunto nello scorso giugno quasi settecentomila file sequestrati, che vengono utilizzati da più soggetti e che hanno quindi un effetto moltiplicatore dell’azione illegale”. Secondo i dati raccolti nei primi sei mesi del 2012 si è registrato in Italia un incremento di oltre il 50% rispetto allo stesso periodo del 2011, un andamento che se confermato anche nella seconda parte dell’anno potrebbe stabilire il record del download fuorilegge in Italia.

Maglia nera quindi per il Bel Paese che con questi dati conferma la situazione già evidenziata dalla Business Software Alliance secondo la quale un programma su due nei computer italiani risulterebbe scaricato illegalmente. Secondo il colonnello Forte per arginare il problema sarebbe necessario allineare la normativa che contrasta la pirateria con quella che tutela i marchi e il “made in Italy”, permettendo così agli organi competenti di avere più potere anche in campo internazionale. In questo contesto non aiuta certamente la bocciatura da parte del Parlamento Europeo dell’Acta, l’accordo che avrebbe permesso di uniformare le norme legate alla proprietà intellettuale ed il copyright.

“Le norme contenute nell’accordo bocciato – ha commentato Marco Polillo, presidente di Confindustria Cultura Italia – sono già all’interno dell’ordinamento italiano e della maggior parte dei Paesi firmatari: Acta aveva la sola funzione di armonizzarle” e sottolinea che in questo caso “le falsità diffuse da chi è interessato a trarre illeciti guadagni dal lavoro altrui vanno a scapito del lavoro intellettuale e dell’industria dei contenuti, un settore produttivo che dovrebbe fungere da spina dorsale per rilancio economico del vecchio continente e che invece rischia l’estinzione a causa di decisioni come questa”. Dito puntato contro la pirateria per Confindustria a cui però si affianca anche chi ritiene che la lotta al download illegale dovrebbe essere portata ad un livello superiore, coinvolgendo case discografiche, costi e metodi di diffusione.

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