Il Decreto “Crescitalia” – misure urgenti per la crescita del Paese – prevede l’istituzione di una nuova Agenzia per l’Italia digitale, destinata ad assorbire compiti, ruoli e funzioni dei tre principali Enti che, sin qui, si sono occupati di informatica pubblica nel nostro Paese: DIGIT PA [già AIPA e CNIPA], Agenzia per la diffusione delle tecnologie per l’innovazione e Dipartimento per la digitalizzazione della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Il punto, tuttavia, è un altro.
Il Decreto prevede che entro trenta giorni dalla sua entrata in vigore, il Presidente del Consiglio dei Ministri di concerto con una pletora di Ministeri [n.d.r. il Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione, il Ministro dello sviluppo economico, il Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca e il Ministro dell’economia e finanze] nomini – “previo avviso pubblico” – il Direttore Generale “tra persone di particolare e comprovata qualificazione professionale in materia di innovazione tecnologica e in possesso di una documentata esperienza di elevato livello nella gestione di processi di innovazione”.
Il direttore Generale della neonata Agenzia per l’Italia Digitale dovrà essere una specie di superman dell’innovazione giacché, nei prossimi mesi, si troverà a reggere da solo il destino dell’informatica pubblica nel nostro Paese ed a fare – senza poter contare neppure sul “Comitato di indirizzo” che verrà nominato solo più avanti – da solo il lavoro che oggi fanno gli organi direttivi ed i dirigenti dei tre Enti diversi che sono stati appena aboliti.
Il Decreto legge, stabilisce, infatti, che il Direttore Generale svolgerà funzioni di commissario straordinario di DIGIT PA e Agenzia per la diffusione delle tecnologie per l’innovazione.
Il Decreto è entrato in vigore il 26 giugno e, dunque, entro il 26 luglio dovrebbe essere nominato – “previo avviso pubblico” – il Direttore Generale.
Sfortunatamente, tuttavia, né sul sito della Presidenza del Consiglio dei Ministri né su quello della folla di ministeri coinvolti nel processo di selezione, c’è traccia dell’avviso pubblico.
Circostanza curiosa ed inquietante. Che senso ha pubblicare l’avviso pubblico – e dunque invitare chi ritenesse di avere i requisiti a candidarsi – a pochi giorni dal termine ultimo per la nomina del direttore generale?
Difficile respingere il dubbio che, ancora una volta, da qualche parte, qualcuno, abbia già deciso chi sarà il nuovo direttore generale della nuova Agenzia per l’Italia Digitale.
Sarebbe davvero grave, tuttavia, se il Governo dei Professori, a poche settimane di distanza dallo scandalo delle nomine dei membri dell’Autorità per le Garanzie nelle comunicazioni e di quelli del Garante privacy, si rendesse protagonista di una nomina tanto importante per il futuro dell’innovazione in Italia, in eguale forma ovvero in totale assenza della trasparenza che, pure – in questo caso – una disposizione scritta dallo stesso Governo, impone vi sia.
Nominopoli, purtroppo, continua.
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