Finanziamenti pubblici per sette milioni e mezzo di euro per corsi di formazione che, in realtà, non sono mai stati avviati: è questa la contestazione che la Procura della Repubblica di Torino e la Guardia di finanza muovono a Gian Mario Rossignolo e ad altre due persone che sono state arrestate stamani.

La Guardia di finanza ha eseguito ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip del capoluogo piemontese su richiesta del procuratore aggiunto Alberto Perduca e notificate in Piemonte, Lombardia e Toscana. A Livorno ha sede la De Tomaso, azienda automobilistica produttrice di auto di lusso rilevata nel 2009 da Rossignolo, ex manager della Zanussi e della Telecom, e già dichiarata fallita dal locale tribunale di Livorno e dal tribunale fallimentare di Torino, che ha preso un provvedimento identico a quello livornese.

In Piemonte la De Tomaso aveva acquisito lo stabilimento ex Pininfarina di Grugliasco e assorbito gran parte dei dipendenti dell’azienda che avrebbero dovuto essere riqualificati con i corsi di formazione finanziati con fondi pubblici. Secondo l’accusa, per accedere ai contributi è stata utilizzata una fidejussione falsa dell’ammontare di alcuni milioni e parte dei fondi è finita direttamente nelle tasche di dirigenti della De Tomaso.

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