Celebrando a Reims i cinquant’anni della definitiva riconciliazione post-bellica tra Francia e Germania, Angela Merkel ripete che l’Europa, così com’è, non è sufficientemente forte e ribadisce che ci vuole l’Unione politica. Ma farla sarà –aggiunge- una fatica d’Ercole (e va già bene che non evochi il mito di Sisifo). Quasi a darle ragione, il presidente francese François Hollande, uno che non ama sentire parlare di cessioni di sovranità, si limita a spezzare una lancia per lo scudo anti-spread e l’Unione bancaria. E fa buon peso proclamando che nessuno intaccherà mai più l’amicizia franco-tedesca.

E’ una vigilia ‘calda’ per l’Eurogruppo e l’Ecofin di domani e martedì a Bruxelles. E Minosse l’anti-ciclone non c’entra. Frecciate s’intrecciano fra le capitali, ma, in Italia e in Germania, c’è pure uno scambio di ‘colpi bassi’ tutti interni. Il premier Mario Monti, che è a Aix-en-Provence, con il ministro delle finanze francese Pierre Moscovici, se la prende col presidente di Confindustria Giorgio Squinzi, le cui critiche –le ultime alla ‘spending review’, con imprenditori e Cgil allineati sulla ‘macelleria sociale’-, farebbero aumentare lo spread e i tassi, danneggiando pure le imprese.

Anche in Germania c’è maretta: il presidente federale Joachim Gauck invita la cancelliera Merkel a spiegare meglio, “in modo molto dettagliato”, quel che significa per il Paese il salvataggio dell’euro e l’impatto che esso avrà sui cittadini. Mentre il governatore di BankItalia Vincenzo Visco critica, in un’intervista al Corriere della Sera, la Germania e promuove il governo: è sulla strada giusta e già a fine anno sarà possibile vedere la luce in fondo al tunnel.

L’Eurogruppo del 9 sarà seguito, il 10, da un Ecofin. Ed è già chiaro che la riunione di lunedì, molto attesa, non sarà comunque decisiva, sulle modalità d’attuazione dello scudo anti-spread. Infatti, un nuovo Eurogruppo è già convocato per il 20. Per l’Italia, ci sarà Monti, come ministro delle Finanze: in Provenza, il premier invita a non pensare all’Italia, quando si parla di scudo, perché l’Italia non intende chiederne l’attivazione per sé.

Dello spread,Visco, nella sua intervista, dice che solo 200 punti, cioè circa la metà, dipendono dall’Italia. E la risalita, rileva Monti, è colpa delle dichiarazioni dei paesi del Nord –un riferimento alle prese di posizione anti-scudo di Olanda e Finlandia. Per il premier, o l’Eurozona sarà più coesa o l’Ue sarà sempre sul banco degli imputati. Certo che una decisione definitiva ogni tanto gioverebbe.

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