Dopo la strage di cani in Ucraina, con le centinaia di foto crudeli che hanno fatto il giro dei social network, ora arriva una storia di altrettanta crudeltà dall’Inghilterra, paese che ha fatto della civiltà la sua bandiera più importante. La storia del cane Lennox, condannato a morte tra 48 ore da un tribunale inglese solo perché assomiglia a un pitbull, è una barbaria e un caso di stupidità. Da un anno e mezzo questo meticcio è rinchiuso in un canile, in un un box con terra e sabbia (vedi foto a lato). E’ stato allontanato con forza dall’affetto di una madre e una figlia ammalata, che in quel cane hanno trovato un amico. Lennox non è un pitbull, quindi non è inquadrabile nella normativa inglese che vieta il possesso di questa razza canina. Ha solo la colpa di avere una certa somiglianza. Allora, con questo criterio, dovremmo condannare a morte le lucertole perché assomigliano ai serpenti, i gatti perché assomigliano ai leoni, oppure un africano qualsiasi perché assomiglia a un criminale di colore, un cinese qualsiasi perché assomiglia a un trafficante di droga asiatico, e così via. Ma che ragionamento giuridico è questo? 

Bisogna dire basta alla barbarie che sta colpendo i cani in Europa. In Romania l’uccisione dei randagi è un business da 300 milioni di euro. In Ucraina è stata messa in atto una mattanza di randagi per esigenze di business calcistico. In Italia il lager di Green Hill e la storia dei cuccioli di Beagle destinati alla vivisezione ha inorridito milioni di persone. Bisogna dire basta! Occorre organizzare una protesta animalista di proporzioni europee e coinvolgere i deputati di Bruxelles, affinchè si adottino normative severe a difesa dei cani. Bisogna usare la Rete in modo potente e dare un segnale forte, che proviene da coloro che amano gli animali e sanno bene che – per esperienza diretta –  un cane prova emozioni: gioia, tristezza e felicità. Un cane è capace di percorre centinaia di chilometri per ritrovare il suo padrone. Dimostra legami affettivi che a volte neppure gli esseri umani sanno più manifestare. Ve lo posso assicurare, grazie al rapporto che ho con i miei undici cani.

Quindi usiammo queste 48 ore per scatenare un’onda di protesta attraverso Internet. Mettete il vostro “mi piace” sulla pagina Facebook di Lennox e scrivete – come ho fatto io – all’ambasciata inglese a Roma (InfoRome@fco.gov.uk), oppure scrivendo il vostro disgusto al tribunale che ha emesso la sentenza di morte (complaints@belfastcity.gov.uk). E’ inaccettabile che un giudice inglese uccida un animale innocente, applicando nel modo sbagliato una legge. L’Ente Nazionale Protezione Animali (Enpa) ha chiesto clemenza alla Regina e si è offerto di accogliere Lennox in Italia. Ecco: una volta tanto, diamo noi una lezione di civiltà agli inglesi.

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