Beppe Grillo annuncia la campagna del Movimento 5 stelle per ottenere le dimissioni del presidente lombardo Roberto Formigoni via Skype dalla Sardegna (“lo so mi odierete lì a Milano con 40 gradi”) e promette, da settembre, una ”guerra senza esclusioni di colpi”: quella tra “la democrazia partecipata, dei cittadini” e quella “rappresentata da persone come queste, come Forminchione che se ne deve andare”.

In un Largo Cairoli con qualche centinaio di persone ci va giù pesante con il presidente indagato dalla magistratura: “E’ il simbolo di quello che non deve essere la politica – tuona Grillo – un uomo che non va via, che sorride come un chierichetto stuprato dal parroco…”. “Questa è gente che oltre a essere incompetente è in bancarotta mentale – prosegue il comico che dichiara la guerra indossando un elmetto da cantiere -, che va schiodata. Se non lo facciamo con le leggi lo faremo in altre maniere: con delle suppliche, andremo lì al Pirellone tutti i giorni, con le pentole, manifestando con le pentole, lo tampineremo sulle barche, nei porticcioli, nelle ville, sempre: dovrà perdere il governatorato della Lombardia per stanchezza, lo massacreremo ai fianchi fino a quando non sarà esaurito fisicamente e psicologicamente”.

I grillini danno sfogo alla fantasia, mentre il loro leader li galvanizza; hanno portato un cartellone con la barca del faccendiere Pierangelo Daccò, in carcere per la bancarotta del San Raffaele e per la vicenda della Fondazione Maugeri, e fanno la fila per farsi fotografare con un Formigoni a grandezza naturale e in costume da bagno, in riferimento alle ormai famose vacanze del presidente.

Gli interventi dal palco sono scanditi da una canzone: “Lascia la sedia che è finita la commedia…”. Qualcun altro regge un cartello con la scritta “Ki è kasto e puro e ki ce l’ha duro”. Ci sono anche uomini sandwich con i volti degli ex assessori o dei consiglieri regionali arrestati o di quelli indagati. Grillo intanto incalza: “Formigoni è un uomo che inaugura ospedali, uno al mese, mentre li stanno chiudendo. La Lombardia deve ammalarsi”. I suoi rispondono: “Formigoni go home!”.

Articolo Precedente

Spending review, Squinzi e Camusso: “Evitare la macelleria sociale”

next
Articolo Successivo

Tagli, il day after: asceti o criminali?

next