C’è una triste coincidenza nell’approvazione della legge regionale della Campania contro la violenza sulle donne. E’ stata deliberata pochi giorni dopo l’omicidio di Alessandra Sorrentino, la ragazza 26enne di Palma Campania (Napoli) uccisa a colpi di forbice dal marito. L’aula le ha dedicato il provvedimento, approvato all’unanimità. Quattro pagine di buone intenzioni, una legge che punta all’integrazione dei servizi territoriali antiviolenza di genere, rafforza i percorsi di assistenza e il sostegno alle associazioni di volontariato, e istituisce l’Osservatorio regionale della rete antiviolenza per promuovere campagne di informazione, sensibilizzazione, monitoraggio e protocolli d’intesa. I dati raccolti verranno pubblicati sul sito della Regione ogni biennio. Dettaglio importante: i componenti dell’Osservatorio e del centro di coordinamento dei servizi territoriali antiviolenza, in capo all’ospedale San Paolo di Napoli, non percepiranno nemmeno un euro.

In attesa di verificare nel tempo i risultati che la legge produrrà sul territorio campano, altre statistiche purtroppo macinano dati impietosi. Nel 2011 è proseguito il tragico trend dell’aumento della violenza contro le donne e a commettere i reati sono ancora familiari, ex fidanzati, ex mariti e comunque persone nella cerchia affettiva delle mura domestiche. Lo conferma il rapporto annuale “Le voci segrete della violenza” redatto da Telefono Rosa, presentato presso la sala Stampa Estera a Roma. Il rapporto, relativo all’ultimo anno di lavoro della storica associazione, spiega che l’87 per cento delle donne che hanno chiesto aiuto a Telefono Rosa hanno subito violenza in famiglia o da quelli che potevano ritenere fossero “i loro cari”. “In nome dell’amore, ma in realtà esclusivamente per violenza inaudita, solo nei primi 6 mesi del 2012 sono state uccise 71 donne. Questo dato dovrebbe bastare per far capire che la situazione in Italia è inaccettabile” sottolinea la presidente di Telefono Rosa Gabriella Moscatelli.

In Campania non esistono dati precisi sulla violenza contro le donne e la legge fresca di approvazione servirà anche a mettere riparo a questa mancanza. L’unico ospedale che ha elaborato statistiche in proposito è il San Paolo: poche decine di casi all’anno, un frammento non sufficientemente rappresentativo.

C’è invece una felice coincidenza nella legge campana antiviolenza. E’ stata approvata da un consiglio regionale mai così popolato di donne, ben 14 su 61. Circostanza che ha sicuramente contribuito ad aumentare l’attenzione sul tema. “Siamo una Regione all’avanguardia nella tutela delle donne – afferma la consigliera Pdl Bianca D’Angelo, che ha illustrato il testo – abbiamo approvato una norma che in modo chiaro offre un percorso concreto di assistenza clinica e psicologica nelle strutture sanitarie pubbliche. Finora il femminicidio, la prima causa di morte nel mondo per le donne tra i 16 e i 44 anni, non trovava una reale consapevolezza da parte delle istituzioni. In Campania non è più così”.

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