La commissione affari Costituzionali del Senato ha licenziato il ddl sul finanziamento ai partiti. Con il solo parere contrario della Lega Nord. La maggioranza ha espresso la volontà di aprire la discussione in Aula già nella giornata di domani, visto che una rapida approvazione del ddl consentirebbe di devolvere la tranche di luglio dei rimborsi alle aree colpite dal terremoto senza passare per un decreto del governo.

Soddisfazione dal presidente della commissione, Carlo Vizzini: “Abbiamo fatto prima noi che un decreto del governo”. Il riferimento è al sottosegretario Antonio Malaschini che, stando alle parole di Vizzini, aveva informato la commissione dell’indisponibilità del governo di varare una norma per destinare l’ultima tranche dei rimborsi elettorali ai terremotati. “Malaschini infatti – interviene il senatore del Pd Enzo Bianco – ci ha detto che da parte della Camera era stato chiesto di non fare il decreto. Così noi qui al Senato abbiamo dovuto sopperire a tale ripensamento sbrigandoci ad approvare il ddl”.

“In meno di due ore – aggiunge Vizzini – la commissione ha approvato il testo sul finanziamento dei partiti e ha deciso di costituire un Comitato ristretto perché tutti gli emendamenti più importanti presentati al ddl, vengano trasferiti in un provvedimento ad hoc per il quale chiederemo al presidente Schifani che ci conceda la sede deliberante per esaminarlo”. Sul perché la Camera abbia invitato il governo a desistere dall’idea di fare un decreto ad hoc per dare subito l’ultima tranche dei rimborsi ai terremotati, le interpretazioni divergono. C’è chi dice che sia stato un modo per “blindare il testo” ed evitare che il Senato lo modificasse e chi, invece, sostiene che non si voleva “lasciare nel cassetto tutta l’altra parte del provvedimento, cioè quello relativo ai controlli”. 

I fondi previsti per i terremotati sono 160 milioni di euro, risparmiati nel 2012 e nel 2013, dal taglio del finanziamento verranno destinati alle popolazioni colpite (dal 2009 in poi) da terremoti e calamità naturali. I sindaci emiliani proprio oggi hanno ribadito l’allarme sulla mancata erogazione di credito da parte dello Stato, fatto che li obbligherebbe a rivolgersi a prestiti bancari, sui quali dovrebbero quindi pagare degli interessi.

Il testo, già approvato alla Camera, prevede il taglio del 50% dei rimborsi ai partiti. Dai 182 attuali si passa a 91 milioni. I privati saranno incentivati a finanziare il partito del “cuore” con sgravi fiscali del 24% per il 2013 e del 26% dal 2014. Il ddl prevede anche incentivi per la candidatura di donne nei partiti, o meglio disicentivi per quelli che non lo faranno: se più di due terzi dei candidati sono dello stesso “genere” la forza politica si vedrà decurtata del 5% la quota di rimborso che le spetta. Per poter accedere ai rimborsi i movimenti politici dovranno ottenere il 2% alla Camera o avere almeno un eletto. Inoltre sono previste regole più severe sui tesorieri e sui tetti di spesa.

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