E’ il primo Gay pride, oggi, per le strade di Parigi, con la sinistra al potere, dopo tanti anni. L’Inter-Lgbt (l’insieme delle organizzazioni di lesbiche, gay, bisex e trans) lo sa bene. Ha appoggiato François Hollande durante la campagna delle presidenziali. E oggi si presenta alla cassa ricordando certe promesse elettorali, come il matrimonio gay. Il nuovo Governo, comunque, non sembra avere la memoria corta su certe battaglie.

Ieri sera il premier socialista Jean-Marc Ayrault ha assicurato che nei prossimi cinque anni, nei quali la sinistra dovrebbe restare al potere, “saranno assicurati a tutti il diritto al matrimonio e all’adozione”. In un comunicato Ayrault ha aggiunto che “tutte le amministrazioni dello Stato, i funzionari pubblici e soprattutto gli insegnanti saranno sensibilizzati sugli obiettivi di uguaglianza e di lotta contro i pregiudizi omofobi che rappresentano il substrato di una violenza e di un’esclusione che non sono più tollerabili”. In precedenza Dominique Bertinotti, ministro della Famiglia, aveva promesso, in un’intervista al quotidiano Le Parisien, una legge ad hoc, che dovrebbe arrivare in Parlamento entro il giugno del prossimo anno, per consentire sia il matrimonio che l’adozione a coppie dello stesso sesso. Sono promesse fatte in campagna da Hollande, che aveva anche accennato alla possibilità di legalizzare la procreazione assistita per gli omosessuali, per il momento non in discussione.

Attualmente in Francia l’adozione da parte di genitori dello stesso sesso non è prevista dalla legge, anche se sono già oltre 20mila i minori a vivere tale condizione. Pure il matrimonio non esiste, ma sì la possibilità di concludere unioni civili (Pacs), introdotta nel 1999, ancora dai socialisti, e mai eliminata dalla destra, durante il lungo periodo in cui è rimasta al potere. Nicolas Sarkozy, presidente in precedenza, non si era mai detto favorevole al matrimonio gay, ma solo alla possibilità di prevedere una cerimonia ufficiale in comune per i Pacs. Secondo un recente sondaggio il 63% dei francesi ha assicurato il suo sì al matrimonio tra persone dello stesso sesso e il 56% all’adozione. Dopo le ultime prese di posizione di Ayrault e di Bertinotti, anche all’interno dell’Ump, il partito di centro-destra, lo stesso di Sarkozy, si sono levate voci favorevoli, come quella di Chantal Jouanno, ex ministro, che appoggerà la nuova legge (“Su questi temi – ha detto – bisogna abbandonare gli abituali divari politici e ritrovarsi tutti insieme in nome dei valori moderni della libertà e dell’eguaglianza”). Nell’Ump, comunque, si profila una spaccatura generazionale, con una serie di politici più anziani o vicini alle istanze di Christine Boutin, altro ex ministro di Sarkozy, esponente dell’ala cattolica oltranzista del partito, che annunciano battaglia sulla vicenda, pure nelle aule del Parlamento.

Altro tema di tipo sociale affrontato da Hollande in campagna e che ora riaffiora in superficie riguarda la prostituzione. Nei giorni scorsi Najat Vallaud-Belkacem, ministro responsabile dei diritti delle donne, si è detta favorevole al divieto totale della prostituzione, allinenandosi alla posizione abolizionista assunta da altri Paesi europei: la Svezia, per prima, nel 1999, e poi Norvegia, Islanda e Scozia. “La questione non è sapere se vogliamo abolire o meno la prostituzione – ha detto il ministro in un’intervista concessa al Journal du Dimanche – ma darci i mezzi per farlo”. Durante la campagna elettorale, Hollande aveva dichiarato riguardo alla prostituzione: “Il fatto che un cliente abbia il diritto di disporre liberamente del corpo di un’altra persona, perché ha pagato, è un affronto ai diritti umani“, aprendo appunto la strada a un appoccio abolizionista. Questo, pero’, non trova solo consensi all’interno del Partito socialista, dove alcuni temono che la mano dura possa spingere più donne nell’assoluta clandestinità e, quindi, verso un maggiore sfruttamento. Anche tra le organizzazioni delle prostitute numerose sono le voci contrarie, mentre più favorevoli sono i movimenti delle femministe. In Francia dal 2003 una legge punisce specificatamente le prostitute che raccolgono clienti per strada con due mesi di carcere e 3.750 euro di multa. L’obiettivo del governo attuale è eliminare tale disposizione e penalizzare invece il cliente: è questo in realtà il vero obiettivo di Hollande e compagni al di là della probizione ufficiale della prostituzione. A proposito, quella legge del 2003 era stata voluta dall’allora ministro degli Interni. Un certo Nicolas Sarkozy.

Articolo Precedente

Non si abita un paese, si abita una lingua

next
Articolo Successivo

Monti, il premier in prima pagina sul New York Times: “Esorta Merkel alla crescita”

next