terremoto in EmiliaPaola aveva due erboristerie a San Felice sul Panaro, nel cuore della zona rossa colpita dal terremoto. Aveva e ha tuttora, perchè Paola ha deciso di non arrendersi e – insieme ad altre donne imprenditrici – ha trasferito la sua attività per strada. Così Paola ha ripreso a lavorare, ha nuovamente iniziato a fare tisane e infusi. C’è poi Susanna, titolare di ben sei negozi di abbigliamento tra Cavezzo Mirandola e San Felice, attività in passato da scontrini medio-alti con marche importanti e per un pubblico alto-spendente. Susanna non vuole affatto arrendersi e insieme ai suoi otto dipendenti sta già ricominciando a vendere. A Mirandola la degusteria di Rossella era un punto di riferimento per aperitivi e caffè. Ora è chiusa, la palazzina è gravemente danneggiata e il tetto è crollato. Ma Rossella, instancabile, ha trasferito tutto per strada.

Paola, Susanna e Rossella. E tante, ma tante altre. Sono le donne imprenditrici dell’Emilia, espressione della piccola e media impresa territoriale di provincia tante volte raccontata in questo blog dedicato ai nuovi lavoratori della rete, l’imprenditoria coraggiosa, che non si arrende, quella che ha voglia di battersi e – come si dice da queste parti – vuole “tenere botta”. Paola, Susanna, Rossella e le altre hanno creato EmiliAmo, un consorzio di donne imprenditrici titolari di negozi e piccole attività presenti prima nelle zone rosse dei paesini colpiti dal sisma. Oggi le loro botteghe sono inagibili e così hanno deciso di fare rete, in ogni senso. Vendono per strada o in mercati improvvisati, i prossimi saranno a Modena, ma entro dieci giorni verrà attivato anche lo spazio di e-commerce, per vendere online.

L’anima di questo progetto è Claudia Miglia, consulente e formatrice, trentottenne modenese instancabile. E’ Claudia ad aver riunito queste straordinarie donne, espressione dei più disparati settori commerciali, dall’abbigliamento alla vetreria, dall’alimentazione alla ristorazione. Tra le cento imprenditrici c’è anche chi commercializzava l’aceto balsamico o il salame di San Felice sul Panaro. “Fanno parte di EmiliAmo le aziende a conduzione familiare. E’ un progetto che non vuole raccontare la terra colpita dal sisma come luogo di sofferenza, perchè qui c’è una gran voglia di ripartire. Abbiamo voglia di lavorare, perchè la testa emiliana non nasce per chiedere ma per dare, abbiamo voglia di darci da fare”, mi dice Claudia al telefono.

A breve sarà possibile acquistare online, intanto è già attivo un conto corrente direttamente sul sito del progetto per fare una donazione e per supportare queste piccole grandi imprese femminili che oggi sono a zero incassi e a tanta, tantissima voglia di fare. Il cuore delle donne emiliane batte forte. E batte anche la paura.

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