Quella di Ljubo Halilovic e di sua moglie Brenda è una storia di violenza e di emarginazione. Una storia ancora tutta da chiarire. Senza fissa dimora, giovanissimi, 20 anni lui, appena 15 lei, nati entrambi in Italia ma senza documenti perché con i genitori di origine bosniaca, nella notte tra martedì e mercoledì sono stati assaliti da 4 stranieri in un parco di Bologna dove stavano dormendo. “Siete rom?”, poi le botte. Un’aggressione di stampo razzista forse ad opera di rumeni, almeno così riferisce il ragazzo. Due degli aggressori hanno preso a calci e pugni Ljubo, altri due hanno stuprato la moglie, minorenne incinta di 5 mesi. Le cose sarebbero potute finire anche peggio, ma i due sono in qualche modo riusciti a fuggire correndo, un abitante della zona è stato svegliato dalla urla e ha dato l’allarme al 113, e alla fine la polizia è intervenuta e ha fatto trasportare i giovani all’ospedale Sant’Orsola di Bologna. Spariti invece gli aggressori.

La storia non finisce qui. Dopo le prime medicazione d’urgenza al pronto soccorso, alle tre di notte Ljubo e sua moglie, entrambi ancora sotto shock, sono stati prelevati dall’ospedale e portati in Questura. “Ljubo è stato rinchiuso in cella di sicurezza per diverse ore, poi identificato e infine gli è stato consegnato un ordine di espulsione dall’Italia perché apolide e senza cittadinanza”, spiega Marcello Zuinisi, fondatore dell’associazione Nazione Rom. Ci sarebbe dell’altro. Zuinisi denuncia anche i maltrattamenti che Brenda, quindicenne e incinta di 5 mesi, avrebbe subito in Questura. Fatti ancora tutti da verificare certo. Quello che è stato messo nero su bianco è che Zuinisi, assieme a alla coppia, si è recato dai carabinieri di Bologna per denunciare l’aggressione e il verbale, redatto dai carabinieri della stazione di Bologna San Ruffillo, contiene il racconto di Brenda. Ecco un passaggio: “Una poliziotta è venuta verso di me e mi ha detto di non parlare, subito dopo la stessa mi ha dato uno schiaffo al volto”. Poi la descrizione dell’agente. Infine il fatto che né Brenda né Ljubo hanno ricevuto copia dei verbali della Questura.

Ora Brenda è ospitata in una comunità di accoglienza, mentre suo marito Ljubo, con cui si è sposata con rito rom, è di nuovo in strada con in mano solo un foglio di espulsione. “Ma dove volete che vada? E’ apolide, nato e cresciuto in Italia e con i genitori di origine bosniaca”, racconta Zuinisi. “Quanto è avvenuto – spiega in un comunicato l’ong EveryOne – è assolutamente spaventoso. Il comportamento delle forze dell’ordine bolognesi appare in violazione dei più elementari diritti della giovane coppia: prelevati dall’ospedale nonostante la necessità di cure mediche e di assistenza psicologica, le due vittime della barbara violenza hanno cercato di raccontare agli inquirenti quanto era loro accaduto. Tuttavia, secondo quanto riferito da Ljubo, gli agenti avrebbero dimostrato indifferenza, cercando di sminuire l’episodio e ricondurlo a una semplice aggressione, senza menzionare nella denuncia lo stupro subito dalla moglie”.

EveryOne ha presentato un esposto in Procura per sollecitare l’apertura di un’inchiesta e ha chiesto al Ministro degli Interni Anna Maria Cancellieri di aprire un’indagine interna alla Questura. Nazione Rom invece chiede pubblicamente al Presidente della Repubblica di prendere posizione sul problema degli apolidi in Italia: migliaia di persone senza documenti e quindi inesistenti per l’amministrazione. “Conceda ai due la cittadinanza onoraria”, è l’appello dell’associazione.

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