Prima il clamore, poi il silenzio e quindi una velata retromarcia. A Parma il presunto strappo tra il sindaco del Movimento 5 stelle Federico Pizzarotti e il leader Beppe Grillo, o più presumibilmente, sostengono alcuni esponenti di Parma del movimento, Gianroberto Casaleggio, per la candidatura di Valentino Tavolazzi a direttore generale del Comune si sarebbe ricucito. Tanto che l’ipotesi dell’arrivo del consigliere comunale di Ferrara, espulso dal Movimento 5 stelle a marzo, appare ormai tramontata. “Le risorse del Comune di Parma sono molto limitate – ha detto il sindaco – quindi la questione del direttore generale rimane in sospeso”. Fino a ribadire, un’ora fa, che per ora andranno avanti senza direttore generale. Poi si vedrà.

Il caso Tavolazzi era scoppiato a tre giorni dalla vittoria di Pizzarotti a Parma, quando sul blog di Beppe Grillo era apparso un post per la ricerca di un direttore generale per il Comune per dare un aiuto alla nuova amministrazione Cinque stelle. Il blogger riferiva anche dell’autocandidatura (sostenuta da un consigliere regionale del Movimento) di Tavolazzi, spiegando che però era incompatibile in quanto al consigliere di Ferrara era stato “inibito l’uso congiunto del suo simbolo con quello del Movimento 5 stelle”. Da parte sua, Tavolazzi ha sempre sostenuto di essere stato chiamato proprio dagli esponenti di Parma, in primis Pizzarotti, che come dimostrato in un video, si sarebbero serviti delle consulenze dell’ex Cinque stelle anche prima di vincere le amministrative.

Il sindaco di Parma d’altro canto aveva minimizzato sul diktat di Grillo-Casaleggio, ridimensionando la presunta spaccatura nel Movimento 5 stelle e ammettendo di avere contattato Tavolazzi “in piena autonomia durante le selezioni tra altri candidati, per il ruolo tecnico e non politico, di direttore generale in quanto persona di provata capacità e assoluta fiducia”.

Ma nei giorni seguenti sulla questione è cominciato un impercettibile ma deciso dietrofront. Prima è emerso un problema molto concreto: la figura del direttore generale, così come il suo compenso, nella pianta organica del Comune di Parma non esiste più da diversi mesi . “Si può reinserire” aveva obiettato Pizzarotti a chi glielo aveva fatto notare. Ma a distanza di giorni questo impedimento non sembra così irrilevante, tanto che lo stesso sindaco questa mattina lo ha annoverato tra i problemi che pesano sulla nomina o meno di un city manager.

“Ci sono limiti di budget, che per ruoli che vanno al di fuori della giunta sono molto limitati – ha aggiunto – e vi sono anche altri vincoli legati ai titoli”. Un altro passo nella retromarcia sulla scelta di Tavolazzi come direttore generale era stato proprio quella legato alla laurea. “Una modifica del regolamento del Comune di Parma dice che il requisito per la figura del direttore generale è una laurea in Economia o Giurisprudenza” aveva spiegato Pizzarotti a pochi giorni dalle polemiche sul caso. Altro dettaglio che impedirebbe quindi la nomina di Tavolazzi, che è ingegnere.

Ma ora sembra che addirittura la nomina stessa del direttore generale possa saltare del tutto, Tavolazzi o meno. “In realtà quello di cui avevamo bisogno è di qualcuno che ci affiancasse nella gestione della macchina comunale – ha ribadito Pizzarotti – Quello di Tavolazzi è uno delle centinaia di curricula che abbiamo valutato. Una persona come lui sarebbe stata molto utile per le sue competenze, ma un conto è volere, e un conto è potere”.

Di certo, mentre il caso del city manager e di Tavolazzi sembra essere sfumato nel nulla per tutte queste motivazioni emerse a posteriori, in sospeso è ancora la nomina della giunta, che come da promessa di campagna elettorale sarebbe stata selezionata in base al curriculum. A più di dieci giorni dall’elezione però, i nomi ufficiali non ci sono ancora,tranne che per l’assessore al Bilancio che è stato nominato oggi: si tratta di Gino Capelli, classe 1964, nato e residente a Parma. Laureato in Economia Aziendale è commercialista dall’ottobre del 1993. Dal 1986 al 1990 si è occupato della gestione dell’impresa di famiglia. Dal 2003 ha svolto incarichi in collegi sindacali di varie società, svolti anche in contesti di crisi aziendali. Ha ricoperto numerosi incarichi giudiziari nell’ambito di consulenze tecniche in materia contabile, civile, penale e della tutela delle persone. A cui si aggiungono incarichi di amministrazione di società con nomina giudiziaria, nell’ambito del dissesto Parmalat. Di recente è stato curatore fallimentare della società Jam Session Srl, della Jam Session Holding Srl e della Jam Session Retail Srl, società poste a capo del gruppo titolare del marchio fashion Guru e dichiarate fallite nel luglio del 2008.

“Capelli è già al lavoro su bilancio e partecipate – assicura Pizzarotti – L’annuncio degli altri assessori, come avvenuto per lui, sarà fatto in un modo innovativo attraverso il sito del Comune di Parma, una sorta di diretta streaming”.

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