Tutte le volte che il mondo è finito, recita una Marylin Monroe con schiena nuda e una mano davanti alla bocca come a scusarsi di qualcosa che non si doveva dire. Perché è un vero peccato che i cartelloni del Biografilm Festival (8-18 giugno 2012) fossero già stati stampati prima del 20 maggio. Lo slogan apocalittico che lancia l’ottava edizione della kermesse festivaliera, ideata e diretta da Andrea Romeo, suona piuttosto sinistro in questi giorni in cui la terra trema sotto i piedi della popolazione emiliana.

E se l’obiettivo dichiarato è anche quello di far accorrere la gente al cinema, è proprio di questi giorni la notizia di un pesante calo di presenze in sala dovuto proprio a quel terremoto che ha affossato la bella iniziativa dei Cinema in Festa, allontanando tanti papabili spettatori dalle sale per paura di qualche scossa da subire al chiuso.

Così il fitto ed eterogeneo programma del Biografilm tenta un recupero in extremis di spettatori collocandosi nelle due sale del cinema Lumiere (concesse gratis dalla Fondazione Cineteca su intercessione del Comune) e in quelle del cinema Odeon per una decina di giorni. Al centro sempre le biografie di personaggi più o meno celebri e svariate anteprime spesso in anteprima nazionale.

Difficile poter riassumere in poche righe il mini mega mercato del Biografilm, screening a go-go 24/7 che spazia dalla serie di quattro documentari di Werner Herzog (Death row – Against the death) sulle storie di quattro condannati a morte nelle carceri statunitensi, fino al ritratto del bolognese Dante Casagrande, Dante, uomo di strada, l’erotico eretico di Walter Ciusa.

Festival glocal (global+local) per tradizione, nel tempo trasformato in happening modello estati romane (anche se quest’anno il fil rouge tematico e i party sono un po’ meno pubblicizzati e dimessi), che si accosta ai tempi di crisi economica riconfermando budget (500mila euro, almeno tre quinti dai privati, una cifra davvero impressionante) e prerogative da evento boom per una Bologna che accorre in massa. In attesa di spin off del festival in terra americane, quest’anno suggeriamo tre percorsi possibili in mezzo ad oltre duecento titoli di cui l’oramai quasi totale proiezione in dvd ha agilmente permesso l’agile esplosione.

Un’ipotetica sezione molto ecologico-ambientale-animalista che si dipana dal presente sostenibile tratteggiato in Surviving Progress di Mathieu Roy e Harold Crooks, fino al ritratto (The island president di John Shenk) dell’ex presidente delle Maldive, Mohamed Nasheed, che combatte il riscaldamento globale, passando da LoveMEATender del belga Manu Coeman che mette in discussione cinquant’anni di uso smodato della carne sulle nostre tavole.

Secondo percorso più biopic che mai con i documentari one man show su Bob Marley (Marley di Kevin MacDonald quello de La morte sospesa), Steve Jobs (The lost interview di Paul Sen) e Dennis Hopper (Hopper: in his own words, diretto dell’abbonata al Biografilm come regista, ospite e giurata Cass Warner).

Terzo percorso, infine, denominato “politique d’abord”: la doppia proiezione di The price of kings di Richard Symons e Joanna Natasegara con i ritratti di Yasser Arafat e Shimon Peres e Joschka and sir Fischer di Pepe Danquart, sull’ex ministro tedesco, fervente ambientalista ed ex 68ino, che finì al grigio dicastero degli affari esteri e a diventare promotore della costruzione di una pipeline transnazionale per il gas turco-tedesco-austro-azero denominato Nabucco.

Infine, un capolavoro all’interno della sezione (vera) The last days: Vegas di Amir Naderi, film sull’ossessione assoluta del denaro per le classi meno abbienti americane, incentrato sulla storia (fasulla, ma simbolica) di un uomo travolto dall’avidità che finisce per distruggere il giardino della sua roulotte per trovare un misterioso tesoro sepolto nella periferia di Las Vegas. Imperdibile anche solo per le modalità realizzative con cui Naderi, vivendo mesi per strada e in un motel della città del Nevada, e racimolando dollari giorno per giorno senza un vero piano di lavorazione, è riuscito a portare a termine un’opera magistrale.

Per ogni info: www.biografilm.it

Articolo Precedente

Quelli del Dams, il ritorno di Paolo Angelini dieci anni dopo Paris, Dabar

next
Articolo Successivo

Handmade Festival, la tradizionale maratona indie cresce, si allarga e cambia data

next