Questa mattina a Roma si è svolta una marcia per chiedere “verità e giustizia” per Emanuela Orlandi e fare luce su uno dei misteri della storia d’Italia, in attesa di una risposta dal 22 giugno 1983. Ad aprire la manifestazione è stato Pietro, il fratello di Emanuela: “Marceremo per la dignità di questo paese, contro quel sistema che per tanti anni ha occultato la verità: quell’intreccio omertoso tra Stato, Chiesa e criminalità”. Pietro Orlandi ha parlato anche di Paolo Gabriele, il presunto “corvo” arrestato per aver aver trasmesso documenti riservati della Santa Sede: “E’ un mio amico, una bravissima persona, sono convinto che non avrebbe mai fatto nulla che potesse danneggiare Benedetto XVI“. Al Vaticano, che vive giorni di profonda crisi, si è rivolto anche Walter Veltroni: “Nelle ultime settimane hanno mostrato maggiore disponibilità per far luce sul caso Orlandi, spero che tutto quello di cui sono a conoscenza venga reso ai magistrati”. Durante la cerimonia che ha preceduto la marcia una gigantografia di Emanuela Orlandi è stata calata da una finestra affacciata su piazza del Campidoglio. Il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, ha chiuso con una promessa: “Appena la polizia terminerà gli esami scientifici, la salma del boss della Magliana Enrico De Pedis sarà portata in un normale cimitero fuori dalla chiesa di Sant’Apollinare, ponendo fine a una vergogna che colpiva Roma da troppi anni” di Tommaso Rodano

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