L’orologio indica 17,48 del 23 maggio 1992 all’aeroporto siciliano di Punta Raisi atterrano Giovanni Falcone, direttore generale degli Affari penali del ministero di Grazia e giustizia, e sua moglie magistrato, Francesca Morvillo. Ad aspettarli, con tre auto, gli uomini di scorta sempre al fianco del magistrato siciliano. Undici minuti dopo una terribile deflagrazione sull’autostrada A29, nei pressi dello svincolo di Capaci, getta l’Italia nello sgomento. Quintali di esplosivo messi li’ dalla mafia per uccidere l’uomo simbolo della lotta a Cosa Nostra. Moriranno Falcone, la moglie e tre degli agenti. Altri rimarranno feriti. A 20 anni da quella strage, un reportage drammatico della giornalista del Tg1, Maria Grazia Mazzola, che andra’ in onda stasera alle 23,30 in Speciale Tg1, propone immagini e contenuti straordinari fin dalle prime ore dall’attentato. Tutto girato in presa diretta e che rivelano aspetti inediti. Ci saranno, ad esempio, le testimonianze degli agenti di scorta, quelli sopravvissuti all’esplosione e “dimenticati”, all’inizio,  nei corridoi dell’ospedale Civico di Palermo. Poi il racconto di un’ora circa della Mazzola si snoda attraverso le parole del “padre” del pool antimafia, Antonino Caponnetto. Ma “La strage dal basso”, questo il titolo dello speciale tv, dà voce in primis alla rabbia dei familiari e delle vedove delle vittime, fin dai primi momenti, quando straziate si trovano di fronte ai corpi dei loro cari in obitorio. E da voce alla denuncia dei cittadini, a chi ha lavorato nelle scorte e chi, come le loro famiglie, vivono sulla propria pelle, lo lotta alla mafia. Le persone “dal basso”, appunto.

 

 

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