È bastato un fine settimana per dare ragione agli scettici sull’affaire Facebook. Dopo un primo giorno che ha visto il titolo rimanere in linea con le quotazioni stabilite per la tanto attesa IPO, il gruppo fondato da Mark Zuckerberg ha ceduto l’10,99% in un lunedì che ha visto Wall Street chiudere in positivo. Le perplessità sulle capacità di tenuta di Facebook Inc. erano state sollevate già alla vigilia del debutto sui mercati finanziari. La prima a Wall Street, però, era andata tutto sommato liscia, anche se indiscrezioni hanno lasciato intendere che le banche coinvolte nella quotazione del gigante del Web abbiano sostenuto il titolo per evitare che la sua quotazione finisse sotto i valori indicati nell’IPO.

Il fondatore di Facebook, fresco di matrimonio con la fidanzata di sempre Priscillla Chan, ha poco di cui preoccuparsi. I margini di guadagno offerti dalla quotazione rimangono da record e non sarà una giornata nera in borsa a guastare la sua soddisfazione per il successo della sua impresa. Leggere i dati, però, fa impressione. Secondo quanto riportato da Bloomberg, il calo delle azioni avrebbe comportato per Mark Zuckerberg una “perdita” di 2,1 miliardi di dollari. Il sito specializzato espande i conteggi anche ai soci della prima ora del fondatore di Facebook: il calo dell’11% delle azioni sarebbe costato a Dustin Moskovitz, socio di Zuckerberg ai tempi di Harvard, la bellezza di 560 milioni di dollari. Anche Eduardo Saverin, salito agli onori della cronaca per la sua decisione di abbandonare gli Usa in favore della meno (fiscalmente) esosa Singapore, si troverebbe con un capitale decurtato di 220 milioni rispetto a venerdì scorso.

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