Non solo Palermo. Da nord a sud il centrodestra conferma il dato del primo turno delle amministrative. Cioè una catastrofe. Dopo queste amministrative Pdl e Lega Nord, la “destra di governo” perde – mentre i dati non sono ancora definitivi – almeno 60 amministrazioni comunali, 8 delle quali capoluoghi di provincia. Ne guidava in totale 98, ora gliene rimangono 34. I numeri dicono anche che sono 99 i Comuni che tra primo e secondo turno vanno alla coalizione di centrosinistra (compresi i casi come quello di Palermo dove Orlando ha stravinto sul vincitore delle primarie Ferrandelli) e passano dal Pdl al centrosinistra 11 Comuni capoluogo.

In questa lista ci sono Alessandria e Asti in Piemonte, ci sono Como e Monza in Lombardia, c’è Lucca in Toscana, c’è Rieti nel Lazio. A Belluno il centrodestra è rimasto addirittura fuori dal ballottaggio dove poi un ex ulivista fuoriuscito ha trionfato sostenuto da alcune liste civiche contro il centrosinistra “ufficiale”.  ”E’ in atto una grande rivoluzione all’interno dell’area dei nostri elettori che dobbiamo essere capaci di interpretare” spiega Ignazio La Russa.

La “rivoluzione” passa da risultati che sembrano dire molto di più di semplici test elettorali locali. In pratica, tra le città maggiori che hanno votato al ballottaggio il centrodestra tiene solo a Trapani, perché riesce nell’impresa di essere asfaltato ad Agrigento (peraltro città del suo segretario politico e nella Regione dello storico 61 a 0) a beneficio del Terzo Polo (che ha preso il triplo dei voti). 

Alfano: “Pdl maggioritario”. Non la pensa così proprio Angelino Alfano: “Riteniamo che gli elettori dicentro destra restino ampiamente maggioritari nel Paese. Sono chiari due fatti: questi elettori non hanno scelto e non sceglieranno la sinistra e questa volta hanno massicciamente scelto l’astensione. Il loro messaggio è fortissimo: chiedono una nuova offerta politica. Siamo determinati a offrirla a loro e al Paese”. Non sembrano granché d’accordo con la lettura “berlusconiana” (cioè ottimista al massimo) di Alfano. Anche Fabrizio Cicchitto vede il bicchiere mezzo pieno: “La linea della Lega si è rivelata perdente per essa e per tutto il centrodestra. Il PdL, pur arretrando, conferma che è la forza essenziale del centrodestra”. Ma lanciano allarmi vecchi e giovani, all’interno del partito: Isabella Bertolini, Giorgia Meloni, Giancarlo GalanAltero Matteoli, ma soprattutto Roberto Formigoni

Lega: zero su 7. La Lega Nord, dal canto suo, perde 7 Comuni su 7 tra quelli in cui aveva raggiunto il ballottaggio. Il Carroccio sembra essere rimasto in partita solo a Meda, il centro brianzolo passato alla storia per la prima giunta monocolore della Lega, ma anche qui il sindaco uscente Giorgio Taveggia ha dovuto cedere, per un voto. Alla fine le resta Verona, Cittadella e poco altro.

Piemonte. Regione guidata dal dirigente leghista Roberto Cota, Alessandria e Asti passano dal centrodestra al centrosinistra. Secondo i primi dati, nel secondo caso, la Lega Nord potrebbe restare addirittura senza consiglieri nel primo Comune capoluogo del nord. La terza città, Cuneo, viene persa dal centrosinistra, ma a vincere è un candidato di centro, sostenuto dall’Udc e da alcune liste civiche, Federico Borgna

Lombardo-Veneto. Il centrodestra lascia Como, dove il Pdl avrà in consiglio comunale 3 suoi esponenti contro i 20 che sosterranno il nuovo sindaco Mario Lucini. A Monza, dove pure ha vinto il centrosinistra, ha conquistato 4 seggi. Ma poi ci sono altri centri oltre i 15mila abitanti dove Pdl e Lega, a prescindere dall’essersi presentati divisi alle urne, perdono Abbiategrasso, Arese, Buccinasco, Cantù, Legnano, Lissone, Magenta, Desenzano, Palazzolo sull’Oglio, Castiglione delle Stiviere, San Donato Milanese, Tradate, Magenta. Un filotto che fa traballare uno dei principali serbatoi di voti sia per il Pdl sia per la Lega Nord.  L’arretramento si verifica anche in Veneto. Tra il pieno messo a segno dal Movimento Cinque Stelle (Mira e Sarego sono punte dell’iceberg) e la flessione di voti di Pdl e Lega succede che il centrodestra è costretto a lasciare San Giovanni Lupatoto. 

La débacle della Lega. In Lombardia la Lega Nord ha perso anche dove era in vantaggio rispetto agli avversari. Il centrosinistra si è aggiudicato 16 sindaci su 21. Questa volta alla Lega non è andato bene niente. Rotta l’alleanza con il Pdl e sotto il peso dell’inchiesta della Procura di Milano, aveva già ceduto le sue roccaforti due settimane fa (come Cassano Magnago, il paese del Varesotto dove è nato Umberto Bossi e dove oggi ha vinto di misura il Pdl). E dove ancora era presente, ieri e oggi ha perso. A Meda, centro della Brianza, la sconfitta è arrivata addirittura per una sola preferenza. Probabilmente i voti leghisti hanno avuto l’unico effetto di favorire le tre vittorie del Pdl (una proprio a Cassano Magnago).

Sull’altro fronte il centrosinistra ha espugnato Como per la prima volta da quando c’è l’elezione diretta, ha battuto 63% a 36% il Pdl a Monza e ha mantenuto il feudo di Sesto San Giovanni, la cittadina alle porte di Milano travolta dall’inchiesta su un presunto giro di tangenti.

Infine i grillini, che avevano un solo candidato ai ballottaggi, Matteo Afker, a Garbagnate Milanese. Strepitosa ma inutile la sua rimonta: partiva da un modesto 10,7% raccolto al primo turno contro il 43,6% ottenuto da Pier Mauro Pioli, sostenuto dal centrosinistra. La rincorsa del candidato del Movimento 5 Stelle, che aveva ottenuto l’insolito appoggio del Pdl, si è però fermata al 48,3% contro il 51,7% dell’avversario.

Il centro-sud. Il centrodestra perde Isernia in Molise e importanti centri in Abruzzo: Ortona, Montesilvano, Avezzano. Il berlusconiani cercano di resistere al trend nazionale in Puglia. Qui vincono a Trani (dopo aver perso Brindisi), ma hanno perso in centri popolosi come Gioia del Colle, Gallipoli, Bitonto, Gravina, Martinafranca, Tricase, Canosa. 

Le regioni rosse. Anche le sacche di resistenza nelle “regioni rosse” cedono. In Toscana andavano al voto 9 amministrazioni guidate dal centrodestra e ne restano solo 3. Il Pdl ha lasciato al centrosinistra perfino Lucca che dal Dopoguerra aveva avuto solo sindaci dc o ex dc o Camaiore (nella Versilia spesso simpatizzante del centrodestra). Nelle Marche cadono le isole azzurre Civitanova Marche e Porto San Giorgio.

Campania. Ballottaggio amaro per il Pdl in Campania. I candidati sindaci sostenuti dal Popolo della libertà sono usciti sconfitti nei quattro comuni in cui hanno raggiunto il secondo turno. I cinque comuni chiamati al voto a distanza di quindici giorni dal primo turno, quattro in provincia di Napoli e uno in provincia di Salerno, sono stati conquistati da centrosinistra e Terzo polo.

Sicilia: persi 13 Comuni su 16. Tornando al ricordo del 61 a zero (61 seggi su 61 alle politiche del 2001) vale sottolineare che su 16 Comuni guidati finora dal centrodestra con il Pdl in testa, a quest’ultimo ne restano solo 3. Le amministrazioni sono andate al centrosinistra (in forma varia: con alleanze con l’Udc, con il Terzo Polo tutt’intero o con le tradizionali forze alleate di sinistra) o a partiti o liste civiche di “centro-centro”. In ogni caso il Pdl sarà all’opposizione. Accadrà anche in centri molto importanti come Barcellona Pozzo di Gotto, Paternò e Marsala.

Le uniche soddisfazioni. Al Popolo delle Libertà resta un solo successo (nel senso di un’amministrazione importante conquistata al centrosinistra): è Frosinone che prende la direzione opposta di Rieti. I reatini si buttano a sinistra, i frusinati cambiano in senso contrario. Poi Trapani in Sicilia, Trani in Puglia e le 4 conferme del primo turno: Catanzaro, Gorizia, Lecce e Verona. 

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