Bologna, Modena, Ferrara, Reggio Emilia. Il terremoto che questa notte ha svegliato l’Emilia Romagna, alle 4.04, un sisma di magnitudo 5.9 seguito da numerose scosse di assestamento, la più forte quella delle 5.02 da 5 gradi Richter secondo l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, ha scatenato ovunque la stessa reazione. Gli abitanti si sono riversati nelle strade in preda alla preoccupazione, ricorrendo immediatamente ai cellulari per cercare di contattare i propri cari e verificarne le condizioni di salute.
“E’ stato spaventoso e improvviso – racconta una coppia residente nel quartiere Navile di Bologna, con in braccio una bimba di pochi mesi, scesa giù in strada con il pigiama e una giacca indossata velocemente – ci siamo svegliati di soprassalto e l’unica cosa a cui abbiamo pensato è stata portare la bimba, Chiara, fuori di casa”.
“Sto cercando di contattare la mia famiglia – spiega una ragazza giovane, residente a Bologna – ma non risponde nessuno. I miei vivono a Modena”. Preoccupazione, paura, e nel cuore della notte in molti sono ricorsi ai social network o alla televisione per cercare informazioni, capire la portata di un terremoto che è già costato la vita a sei persone. Per verificare quali città possa aver colpito. “Io non so se riuscirò ad andare a letto” commentano alcuni ragazzini, giovanissimi, probabilmente di ritorno da una serata in giro per locali “forse dormiremo in macchina – interviene una signora, Paola, che con il marito si è precipitata fuori dal condominio in cui vive da vent’anni nel timore che, dopo la prima scossa ce ne fossero di altrettanto forti, capaci di far crollare le scale.
Nel modenese la reazione al sisma è stata simile, ben presto le luci nelle case si sono accese e in molti sono usciti come suggeriscono le norme di sicurezza. A Finale Emilia, una delle città più colpite dal terremoto, insieme a San Felice sul Panaro, la piazzetta antistante la torre dell’orologio, che è parzialmente crollata su alcune auto parcheggiate provocando un incendio, è piena. La gente ha atteso il permesso della protezione civile per rientrare ma “oltre ai controlli, oltre a voler capire se ci saranno altre scosse siamo troppo spaventati” spiega un’infermiera dell’ospedale, rimasta ferita durante la scossa più forte.
“Preferisco rimanere qui sulla panchina, là ci sono i miei vicini” dicono due anziane signore avvolte in alcune coperte, sedute a guardare con commozione le condizioni del centro storico. Fortunatamente i crolli che hanno colpito la città, due dei quali riguardano palazzine, non hanno provocato feriti gravi, tuttavia sono circa 50 le persone che hanno riportato contusioni e lievi traumi. Tra i quali una bimba di cinque anni, salvata dalle macerie con ferite lievi. “Mi sono svegliato con un forte rumore, tutti gli oggetti in casa cadevano e si rompevano – racconta la
signora Maria – sono felice di stare bene, ma mi dispiace per le mie cose distrutte”. 
Dai comuni limitrofi in molti si sono recati nelle due città modenesi più gravemente danneggiate, per cercare i famigliari o semplicemente per avere informazioni dalle autorità, che hanno attrezzato un campo nei pressi di Carpi, dal quale coordinare gli interventi. Le numerose chiamate al pronto soccorso e la potenza del sisma hanno infatti impiegato carabinieri, polizia, pompieri e molte ambulanze. Un elicottero era fermo in un campo poco fuori Finale, pronto a intervenire in caso di bisogno.
Anche a Crevalcore, dove il terremoto ha provocato il crollo della punta del campanile, la paura è stata tanta. “In camera mi si è spostato l’armadio di una spanna” racconta una ragazza, Elena, uscita di casa così in fretta “che non ho nemmeno spento la luce”. “Spero che quest’incubo finisca presto e che a casa stiano tutti bene” aggiunge l’amica che lavora in un bar, originaria di Mantova. Sul web i messaggi si sono susseguiti immediatamente e velocemente. Moltissimi internauti, infatti, hanno pubblicato la loro testimonianza in rete, con foto o racconti, o hanno condiviso i numeri utili da contattare in caso di necessità.
“Stamattina dovevo andare al lavoro – scrive Marco – ma all’arrivo ho trovato il capannone distrutto”, “è stato orribile sentirsi indifesi nel proprio letto” ha commentato Vincenzo, “io sono in strada, e voi?” ha scritto Sara. In molti hanno condiviso le foto dei monumenti crollati prima e dopo, esprimendo rammarico per le città storiche danneggiate dal sisma che, dopo le prime scosse più forti ha continuato per ore a scuotere la terra. Microscosse, spiegano le forze dell’ordine, che si sono protratte anche in mattinata. “A San felice strade intasate, scene di panico, crolli anche nelle abitazioni, al momento nessun ferito grave” si legge in un tweet, “diranno tutti dell’inutilità di scrivere terremoto su twitter – commenta Carlo, spiegando a modo suo la ragione che forse ha spinto migliaia di persone a condividere qualche parola – non dirà nessuno che più di 100 messaggi
mi hanno salvato dal terrore. Grazie”.

 

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