“Qui sta succedendo qualcosa che non è mai successo… Questa non è una rivoluzione politica, è una rivoluzione culturale. Siamo riusciti nell’impresa di migliorare gli altri”. Inizia così, Beppe Grillo. Sul palco di piazzale della Pace a Parma, parla a qualcosa come seimila persone, diecimila a fine serata, secondo la Digos. Mai vista tanta gente così, soprattutto a Parma, città che ha vissuto più di un decennio stretta tra l’Unione industriali e il centrodestra. La piccola Parigi emiliana, talvolta descritta come sonnolenta. E sicuramente lo è stata. Almeno fino a quando non è scesa in piazza per cacciare l’ex sindaco Pietro Vignali e la sua giunta, 12 indagati su 13 assessori, un record da guinness della mala politica. E Grillo lo percepisce bene, appena sale sul palco. La frase chiave, quella che chiude il giro fatto in ottanta serate, è “questo non è un comizio, è una adunata cittadina”.

Il leader del Movimento 5 stelle punta su Parma per la scalata nazionale: “Voi avete fatto scuola, quest’estate avete avuto un coraggio incredibile, avete protestato sotto il Comune con le pentole. Con un sindaco a 5 Stelle Parma sarà la nostra presa della Bastiglia, da qui potrebbe cominciare la Terza Repubblica”. Ma poi si scusa per avere paragonato la città a Stalingrado sul suo blog: “Non penseremo solo a vincere questa guerra, ma penseremo a Parma e a non lasciarla sola”.

Parole dure sono per l’atteggiamento tenuto dal candidato del Pd Vincenzo Bernazzoli nelle ultime due settimane di campagna elettorale. “Dice che lui ha la possibilità di farsi prestare i soldi dalle banche per ripianare il debito del Comune: ma è un pizzo alla rovescia – esclama Grillo – Il Pd dimostra così che non ha una banca che gli dà i prestiti, ma è una banca: dall’avere all’essere. Che il Comune debba chiamare una banca per ripianare il debito è fantascienza, una politica fallimentare”. E invece per i candidati di Parma Grillo ha un compito preciso: “Dovete entrare in Comune e vedere cosa hanno fatto, il debito probabilmente sarà il doppio dei 600 milioni che hanno dichiarato, ma voi ce la farete”.

Dalla piazza piena arrivano applausi scroscianti, dalla folla l’entusiasmo rimbomba e rimbalza a poche centinaia di metri dal palazzo comunale e proprio di fronte alla Provincia. “C’è l’adrenalina. Stiamo facendo qualcosa che capiremo tra 10 anni. Per adesso l’esperienza è intensissima per me e tutti quelli che hanno collaborato a realizzare il grandissimo sogno di mandarli via tutti”, dice con riferimento al successo del M5S alle comunali.

Poi di nuovo l’attacco ai partiti tradizionali e al vecchio modo di fare politica. “La vera novità non sono io, il pifferaio magico, come mi chiamano, sono mesi che mi danno addosso in tutti i talk show… Fanno talk show senza di me, di noi, e sono costretti a parlare del Movimento 5 stelle che non va più nei talk show… Ed è questa la nostra straordinaria vittoria, far parlare questa gente con una sedia vuota, è fantastico…Il mondo – ha detto Grillo – sta cambiando, e non hanno ancora capito. Ci sono tutte le tv del mondo, io sono agitato, non riesco a tenere questo peso da solo”. È costretto a interrompersi più di una volta, Grillo. Lo sente vicino il profumo della vittoria, capisce che il Movimento ha già raggiunto un traguardo storico. E chiunque governerà, in ogni caso, anche con Federico Pizzarotti e il Movimento 5 Stelle dovrà fare i conti. Comunque vada.

Di nuovo è sul candidato sindaco del centrosinistra di Parma, Bernazzoli, che Grillo punta il dito: “È un omino che gira con il nostro programma sottobraccio. Parma è stata amministrata dalla sinistra e dalla destra in passato, chi vince non è importante. Io sono un demagogo, ma lui, Bernazzoli, è un pedagogo. Dice che non prende lo stipendio, che non si mette la fascia da amministratore, ma alla fine non si è nemmeno dimesso da presidente della Provincia – ha concluso Grillo – Sa di aver perso e si tiene un lavoretto per la vecchiaia”.

Non manca il riferimento all’inceneritore (“Sono state consegnate le firme per un referendum che non è stato concesso, a Reggio lo hanno appena spento e a Parma hanno deciso di accenderlo”) e alla cementificazione selvaggia subita dalla città negli ultimi anni: “Hanno fatto un ponte che passa sopra il niente e costato 24 milioni di euro”, dice riferendosi al Ponte Nord, “dagli architetti non c’è stata un’idea se non quella del calcestruzzo e della cementificazione”.

Il comizio punta a Parma e ai suoi elettori, ma abbraccia anche tutta l’Italia, in un’ascesa del Movimento 5 stelle a cui tutto il mondo sta guardando. “Stiamo riempiendo un vuoto che altrove è stato colmato dagli estremisti di Le Pen – aggiunge Grillo – e in un Paese come l’Italia, dove è nato il fascismo, è successo il miracolo: è questa la massima espressione di violenza, è il nostro movimento. Questo non è il terzo partito, è il primo movimento popolare in Europa”. Una presa di distanza ribadita, poco dopo, anche dal candidato Pizzarotti, che rispondendo alle accuse mosse dagli avversari nelle ultime due settimane, ribadisce il credo del movimento nella Resistenza. “Hanno gettato fango su di noi, fanno credere alla gente che siamo fascisti – spiega – ma voglio chiarire una volta per tutte che per noi i valori della Resistenza sono fondanti. Anche noi, a distanza di 60 anni, siamo giovani che vogliamo cambiare le cose, lottando all’interno delle istituzioni. Vogliamo farlo in modo onesto e trasparente”.

Grillo lascia dunque la parola al suo candidato e alla lista del Movimento. “Guardate le loro facce, sono tutti incensurati – dice, mentre dalla folla si innalzano cori per Pizzarotti sindaco – abbiamo migliaia di progetti per questa città, la rivolteremo in un modo meraviglioso, perché se lo merita. Se voterete questi ragazzi, comincerete anche voi a lavorare con noi”.

 di Emiliano Liuzzi e Silvia Bia

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