Crollano gli occupati in Italia, in quattro anni persi 250 mila posti di lavoro. L’industria italiana invece non vede segni di ripresa, soprattutto perché gravata dall’andamento negativo del mercato interno (-0,7%) che non dà segni di ripresa. L’Istat diffonde i dati sul fatturato del comparto industriale di marzo scorso: il fatturato dell’industria a marzo resta fermo su febbraio (dato destagionalizzato), mentre cala del 3,1 per cento (dato corretto per effetti calendario) su base annua. Crolla il mercato dell’auto.

Forte calo dell’occupazione in Italia: fra il 2007 e il 2011 si sono persi 250mila posti di lavoro ma il dato è il risultato di un calo di un milione di lavoratori italiani e un aumento di 750 mila lavoratori stranieri. Questi dati sono statistiche sulla coesione sociale pubblicate dal ministero del Lavoro sulla base dei dati Istat. Secondo i dati Istat gli occupatisono passati da 23 milioni e 222 mila nel 2007 a 22 milioni e 967mila nel 2011 con un calo di 255mila unità (-1,09%). Ma il calo è il risultato di una contrazione consistente per i lavoratori con cittadinanza italiana passati da 21 milioni e 719mila a 20 milioni e 716mila (oltre un milione in meno pari a -4,61%) e un aumento rilevante per gli occupati con cittadinanza straniera.

I lavoratori immigrati, infatti, sono passati dai 1 milione e 502mila del periodo pre crisi economica a 2 milioni e 251mila nel 2011 con un aumento di 749mila unità (+49,8%). Il dato è anche il risultato degli interventi per la regolarizzazione dei lavoratori sommersi, soprattutto badanti e colf. L’aumento dell’occupazione straniera è stato rilevante soprattutto per la componente femminile con il passaggio da 579mila unità del 2007 a 960mila (+65,8%) nel 2011 mentre l’occupazione degli uomini stranieri nello stesso periodo è passata da 924mila unità a 1milione e 292mila (+39,8%).

Nell’andamento dell’occupazione italiana sono stati penalizzati soprattutto i maschi con il passaggio da 13 milioni e 133mila occupati nel 2007 a 12 milioni e 327mila (con oltre 800mila unità in meno e un -6,13%) mentre per le donne si è registrato un calo più contenuto. L’occupazione delle donne con cittadinanza italiana è passata da 8 milioni e 586mila unità a 8 milioni e 389mila unità con circa 200mila unità in meno (-2,29%). L’occupazione degli italiani è diminuita soprattutto nel Mezzogiorno con un calo da 6 milioni e 345mila del periodo pre crisi a 5 milioni e 922mila nel 2011 (423mila posti con un -6,66%) mentre nel Nord gli occupati italiani sono diminuiti da 10 milioni e 974mila a 10milioni e 565mila (409mila posti in meno con un -3,72%). Nel Centro l’occupazione è diminuita di di 173 mila unità (da 4 milioni e 401mila a 4 milioni e 228mila unità) con un -3,93 per cento. Per gli stranieri l’occupazione nel Nord nel corso della crisi è aumentata da 947mila unità a 1milione e 360mila (+43,6%) mentre nel Sud l’aumento è stato del 71,3 per cento passando da 171mila unità a 293mila. Un aumento consistente del lavoro immigrato si è registrato anche per il Centro con un +55,3 per cento (da 385mila a 598mila).

Per quanto riguarda il comparto industriale gli ordinativi dell’industria a marzo aumentano del 3,5 per cento su base mensile, mentre calano del 14,3 per cento su base annua (dato grezzo). Si tratta del ribasso tendenziale più forte dall’agosto del 2009. Nella media degli ultimi tre mesi, l’indice scende dell’1,4% rispetto ai tre mesi precedenti. Corretto per gli effetti di calendario (i giorni lavorativi sono stati 22 come a marzo 2011) il fatturato totale diminuisce in termini tendenziali del 3,1 per cento, con un calo del 6,8 per cento sul mercato interno e un aumento del 4,8 per cento su quello estero. Gli indici destagionalizzati del fatturato segnano incrementi congiunturali per l’energia (+7,1%) e per i beni intermedi (+1,0%). Diminuiscono quelli dei beni strumentali (-4,4%) e dei beni di consumo (-0,3%). L’incremento tendenziale maggiore del fatturato si registra per il settore della fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (+13,2%), mentre la diminuzione più marcata riguarda la fabbricazione di apparecchiature elettriche e apparecchiature per uso domestico non elettriche (-11,6%). A marzo il fatturato degli autoveicoli su base annua è sceso del 14,6 per cento, mentre gli ordinativi sono calati del 16 per cento. Ma il dato peggiore è quello della fabbricazione di apparecchiature elettriche e apparecchiature per uso domestico non elettriche (-29,5%).

 

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