Finmeccanica non intende procedere ad alcuna svendita dei propri asset e non ci sarà nessuno “spacchettamento” per le deleghe del presidente e amministratore delegato del gruppo, Giuseppe Orsi. E’ quanto è emerso dall’assemblea degli azionisti a Roma, presidiata dai blindati delle forze di polizia. Orsi è arrivato protetto dalla scorta dopo l’attentato a Genova all’amministratore delegato di Ansaldo Nucleare (controllata Finmeccanica), Roberto Adinolfi. Approvato anche il bilancio 2011, che si è chiuso con una perdita di 2,3 miliardi di euro. I ricavi sono stati pari a 17,318 miliardi di euro e gli ordini a 17,434 miliardi di euro.

Il presidente, indagato dalla Procura di Napoli per corruzione internazionale e riciclaggio nell’ambito dell’inchiesta sulle presunte tangenti alla Lega Nord, ha puntualizzato di non avere “mai ricevuto nessuna forzatura o pressione dalla politica” e ha aggiunto: “Abbiamo gli anticorpi”. Il presidente di Finmeccanica è infatti coinvolti nell’inchiesta che riguarda una mazzetta di circa dieci milioni di euro destinata al Carroccio nella vendita di 12 elicotteri Agusta Westland al governo indiano. I pm di Napoli, insieme ai carabinieri del Noe di Roma, nelle settimane scorse hanno perquisito il superconsulente Guido Haschke, accusato nei suoi verbali dall’ex direttore centrale Lorenzo Borgogni di avere creato la provvista da 10 milioni per i partiti, Lega Nord in particolare. Anche se la Lega ha smentito qualsiasi coinvolgimento nella vicenda.

Nel corso dell’assemblea Orsi ha comunicato che lui e il direttore finanziario Alessandro Pansa percepiranno quest’anno una remunerazione inferiore del 30-35% rispetto al precedente esercizio e in risposta alle indiscrezioni di stampa ha specificato che “non c’è alcun spacchettamento delle deleghe”. Da ieri infatti circolavano voci secondo cui le deleghe su strategie, finanza e controllo sarebbero state trasferite a Pansa. Ma Orsi smentisce e ricorda che “in ogni società ci sono persone con ruoli e compiti diversi”.

Finmeccanica ha poi chiarito che non intende procedere ad alcuna “svendita” dei propri asset ma “la nuova proprietà dovrà garantirne lo sviluppo”. Le dismissioni che riguardano il settore dell’energia e dei trasporti rappresentano, appunto, “un fatto strategico in programma di efficientamento del nostro portafoglio”. Perchè, ha evidenziato Orsi, “non c’è nessun altro competitor al mondo che abbia un così ampio portafoglio e dobbiamo razionalizzare per essere più efficiente”. “Stiamo conducendo negoziazioni – ha riferito Orsi- con l’obiettivo di salvaguardare l’integrità degli impianti e il loro sviluppo” e al centro di queste negoziazioni c’è l’impegno “della nuova proprietà a garantire lo sviluppo”. Ma non si tratta nè di svendita nè di una modifica “del perimetro industriale” in quanto “è solo una diversa visione di ownership”.

Articolo Precedente

Fmi: “L’Italia un modello per l’Europa. Ora riformi il lavoro”

next
Articolo Successivo

Equitalia che di equo non ha nulla

next