Mi hanno chiesto un reportage sulle auto elettriche. E così ho seguito un ragazzo che ne ha noleggiata una, a Roma. Malgrado la buona volontà di tutti, non è stato (quasi) mai possibile fare un pieno: tessera non valida, colonnine non funzionanti, energia elettrica troppo bassa, ore di attesa per raggiungere con il cavo la ricarica. Eppure, le auto elettriche (solo se noleggiate) sono veramente convenienti, e ti permettono di fare cose che le auto normali non consentono.

«L’auto elettrica ha un’autonomia di 130 km, circolazione nei giorni di blocco del traffico, libero accesso nei centri storici, parcheggio gratuito sulle strisce blu, tariffe super competitive: 8 euro formula oraria, 48 euro la giornata, 192 euro la settimana. Tariffe comprese di chilometraggio illimitato e prima ricarica completa già effettuata». Sul sito della società di autonoleggio, l’offerta sembra davvero allettante: un’auto elettrica e a emissioni zero, a meno di 50 euro al giorno. Con la benzina a due euro e i parcheggi introvabili a Roma, un vero affare, in apparenza.

Se ne parla tanto, di queste benedette auto elettriche. Tanto più adesso che è stato da poco approvato in Senato il Ddl per lo sviluppo degli spazi verdi, che (nell’articolo 6) mira a rafforzarne la diffusione attraverso un’installazione capillare dei punti di ricarica (al momento, tra quelle installate da Enel e quelle dei principali distributori come Acea a Roma e A2A a Milano, sono circa 500, con 300 mezzi elettrici di nuova generazione immatricolati a fine 2011). L’obiettivo è arrivare a 300 mila colonnine in tutta Italia entro il 2020, quando, dicono le stime, dovrebbero circolare più di due milioni di auto elettriche (50 mila entro il 2013). E  Roma è tra le più attive. Alla fine del 2011, il Campidoglio ha approvato il “Manifesto per la mobilità ecosostenibile”, acquistando 14 vetture elettriche per i dipendenti e promuovendo campagne per la diffusione delle stesse tra i privati. In collaborazione con Acea e Enel (si legge sul sito del Comune che «sono già state installate 60 stazioni di ricarica pubblica; e – a breve – ne arriveranno altre 200 con impianti fotovoltaici»).

Questo che segue è il reportage completo (su Vanity Fair in edicola, una versione più schematica), e l’amarezza finale, per aver dovuto prendere un taxi per tornare a casa. Ma la domanda è: voi che esperienze avete avuto? Come vi spiegate tutto questo? Di chi è la colpa?

Il ritiro

Mercoledì 11 aprile, ore 18. Francesco entra in una delle principali agenzie di autonoleggio, zona Parioli, e chiede una Smart per tre giorni: spiega che passa l’intera giornata in strada e deve spostarsi da un posto all’altro con estrema rapidità. Gli consigliano un’auto elettrica, in super-promozione a 16 euro al giorno, e lui accetta volentieri: prende una Full Elettric bianca della Peugeot. Gli assicurano che «in un quarto d’ora presso tutte le 56 colonnine sparse per la città, si fa il pieno gratis». Che a casa, «con il basso voltaggio, la macchina richiede tempi di ricarica più lunghi, anche 6/7 ore». E che troverà tutte le informazioni del caso sul sito di riferimento: www.enelmobility.it.

Si parte

Al momento di partire, il primo inconveniente: hanno finito le tessera per la ricarica della batteria, «dovrebbe ripassare domani in giornata». Francesco parte, e alla prima sosta si accorge che il serbatoio non è pieno, ma mancano tre tacche (un quarto del totale). L’indomani, recuperata la tessera di ricarica e munito di iPad («così posso collegarmi anche in strada al sito di riferimento, e da lì controllare se le colonnine sono attive e libere»), Francesco si avvia verso piazza Verdi, dove è indicata una delle 59 colonnine su 59 date attive su Roma.

La prima ricarica

Dopo aver aspettato che un’auto parcheggiata davanti si spostasse, tira fuori il filo della batteria e «striscia» la tessera: «Validazione fallita!». Torniamo alla sede della società: controllano la tessera, ma risulta funzionante. «Siccome avevo bisogno del serbatoio pieno, consegno la macchina, con la promessa che me l’avrebbero messa in carica. Esco a bere un caffè, e torno dopo mezz’ora. Riprendo la macchina, e noto che si era caricata solo di un’altra tacca. Avevo urgenza di andare ad un appuntamento di lavoro, e così riparto».

La seconda ricarica

Dopo l’appuntamento, ci avviamo verso piazza Vescovio, altro punto di ricarica. «Altre macchine parcheggiate davanti alla colonnina, e altra ora persa per aspettare che si spostassero». Finalmente, Francesco riprepara tutto per la ricarica, ma di nuovo il monitor dove passa la tessera dice «Validazione fallita! », e così torniamo alla sede della società, pure per chiedere spiegazioni sul pieno non avvenuto in precedenza: «Mi dicono: da loro si può caricare l’auto a basso voltaggio, per avere un pieno devo lasciargli la macchina alcune ore. Mi dicono anche che le colonnine, a volte, potrebbero non funzionare». Usciamo, e cerchiamo un altro punto di ricarica rapido.

Terzo tentativo fallito

Ci avviamo verso piazza Verbano, dove davanti alla colonnina questa volta c’è addirittura parcheggiato un camion. Francesco riesce a farsi largo, riparcheggia, collega i fili, passa la tessera. Di nuovo: «Validazione fallita! ». Francesco richiama la società di noleggio, che gli consigliano di andare alla stazione Termini, dove le colonnine hanno qualche probabilità in più di funzionare. Prima un appuntamento dall’altra parte della città, poi ci avviamo nuovamente sperando in una ricarica.

Quarto tentativo, primo successo

Arriviamo a Termini, con il serbatoio neanche a metà. «Ho la necessità di averlo pieno, per via di un appuntamento a più di 30 chilometri dal centro nel pomeriggio». Colleghiamo la macchina, passiamo la tessera, e questa volta viene letta. Lasciamo in carica la macchina, torniamo dopo venti minuti, e leggiamo sul display: «Ricarica completa! ». Scolleghiamo, mettiamo in moto, ma ci accorgiamo che il serbatoio è carico solo di un’altra tacca. 

L’ultimo tentativo

Francesco si avvia, lo stesso, fuori le mura, direzione Eur. «Riesco ad arrivare all’appuntamento, anche se in ritardo, e quando ho finito mi avvio al nuovo punto di ricarica segnato sulla mappa, perché è proprio a secco». La colonnina è quella di via dell’Aeronautica. Sono le 19 della sera. «Collego i fili, passo la tessera, ed esce scritto: validazione fallita! ». Francesco chiama un’ultima volta la società di noleggio, che gli consigliano di lasciare la macchina, e di prendere un taxi per tornare a casa.

La rinuncia, e i dubbi

Venerdì 13 Aprile, ore 9. Francesco riconsegna le chiavi dell’auto elettrica alla società: «Malgrado la buona volontà di tutti, sia mia che loro, non sono riuscito a girare per lavoro con l’auto elettrica. I miei dubbi sono: l’Enel stacca la corrente alle colonnine quando non vengono utilizzate per qualche ora? Qual è il motivo di una carica non completa, quando sono rimasto anche 20 minuti attaccato? Tengono le colonnine in strada a basso voltaggio, per risparmiare? E le macchine parcheggiate, cosa ci fanno davanti alle colonnine? Oggi sono costretto a prendere una macchina a benzina, ma spero tanto di poter risparmiare girando con un’auto elettrica, proprio come dicono loro».

Intanto, ad Amsterdam viaggiano da alcune settimane i taxi elettrici; a Parigi funziona regolarmente il car sharing elettrico, con 66 veicoli su strada; e in Norvegia sono state addirittura bandite autovetture a benzina, gasolio e gas.

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