Pur non votando perché abito da un’altra parte, ho sostenuto a Parma, come candidata sindaco, Roberta Roberti. Secondo me è stata bravissima e ha preso più del 5% dei voti.

Era appoggiata da molti cittadini che sono stati in prima fila, per giorni e giorni, sotto i portici del grano per denunciare le malefatte della giunta Vignali e per chiederne le dimissioni.

Ovviamente, sono anche molto soddisfatto perché al ballottaggio è andato Pizzarotti, rappresentante del Movimento 5 Stelle, e non il temuto Ubaldi.

Sono convinto che l’aver scacciato “l’incubo Ubaldi” e un’altra giunta di centrodestra, possa oggi essere liberatorio anche per molti che hanno votato Bernazzoli (Pd) unicamente per la paura di ritrovarsi ancora il sindaco ideatore della città metropoli, con i suoi sogni megalomani che tanti danni hanno prodotto, non ultimo l’aver partorito il delfino Vignali.

Naturalmente, tutto quanto capitato a Parma in queste ore era facilmente prevedibile. Chi fa lo stupito di fronte al risultato elettorale, forse non esce di casa, non va a far la spesa, non si guarda intorno, non parla con nessuno.

I dirigenti del Partito Democratico, che oggi perdono tempo a festeggiare il buon (a sentir loro) risultato di Bernazzoli, non si stanno rendendo conto che questa classe politica, compresi loro stessi che hanno governato il territorio parmense, sta per essere spazzata via. E questo accade perché, pur amministrando la Provincia per dieci anni (con il medesimo Bernazzoli, alla faccia della novità!), non sono stati capaci di distinguersi in alcun modo.

Hanno condiviso le scelte più nefaste con il centrodestra, a partire dalla Tirreno-Brennero, colossale opera inutile in cantiere, per arrivare all’inceneritore.

Non hanno saputo rinnovarsi, magari dando spazio a Nicola Dall’Olio (oggi il più votato dalla gente nella lista Pd), già vincitore morale delle primarie, che Bernazzoli si era aggiudicato solo per una manciata di voti, nonostante tutte le forze a sua disposizione. Quest’ultimo, se fosse stato un politico saggio, avrebbe capito che era il momento giusto per farsi da parte e lasciare il posto da candidato a uno decisamente più in sintonia con la grande necessità di rinnovamento che si avverte a sinistra.

Ma, soprattutto, i dirigenti del Pd parmense non hanno saputo ascoltare i cittadini: non li hanno mai ricevuti, nemmeno quando questi raccoglievano più di tremila firme per evitare lo scempio dell’inceneritore, e di contro hanno sempre mantenuto un atteggiamento del tipo “sappiamo tutto noi, voi siete nessuno”. Atteggiamento che sembra essere diventato un modus vivendi per gli amministratori e i dirigenti del Partito Democratico, anche a livello nazionale.

Ecco, tutta questa boria, questa supponenza e questa arroganza classica di chi crede che il proprio ruolo sia quello di amministrare il potere e non i cittadini, oggi possono essere spazzate via con il voto a Pizzarotti, candidato sindaco del Movimento 5 Stelle.

È l’unica lezione che serve. Le altre, quelle per tentare di cambiare “dal di dentro”, le abbiamo già provate tutte. Adesso è il tempo di far capire definitivamente ai vecchi dirigenti che occorre voltare pagina. Una pagina senza di loro.

Per questo ringrazio Parma.

Per aver dato al Paese una possibilità di scelta che non sia per il male minore, ma per un reale cambiamento.

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