Il primo problema contingente che si è imposto ai media internazionali è come sostituire l’espressione Merkozy. Sì, quella parolina che indicava il tandem Angela MerkelNicolas Sarkozy. Ebbene, siamo passati a Merkollande o a Francgela. E perfino a Homer, l’espressione preferita dalla stampa anglosassone. Intanto i due supposti partner si sono sentiti solo al telefono, non si sono ancora incontrati… E, soprattutto, nessuna sostanza per il momento a una ipotetica concordanza. Hollande ha imbastito la sua campagna sulla convinzione che l’austerità non sia l’unica arma da utilizzare per frenare la crisi: ci vogliono anche nuove misure per la crescita. La Merkel sembra timidamente aprirsi a tale possibilità. Restano, però, 5 dubbi. Eccoli. 

Quali misure per la crescita per François e quali per Angela? – Hollande punta a un protocollo aggiuntivo rispetto al fiscal compact, lo stretto patto europeo sul pareggio di bilancio, concluso in marzo. Negli ultimi tempi la Merkel ha praticamente accettato. Ora i due dovranno mettere le carte in tavola: specificare cosa inserire dentro il protocollo. Le posizioni, a dire il vero, appaiono lontane: Hollande parte da un approccio keynesiano e spera in grandi progetti infrastrutturali e ambientali, che possano rimettere in marcia l’economia, mentre la Merkel, che non vuole spendere un soldo in più rispetto a quelli previsti, punta “solo” alle riforme, obblighi di maggiore flessibilità sul mercato del lavoro e più liberalizzazioni; Hollande vuole ritornare alla carica sugli eurobond (Sarkozy aveva perso questa battaglia, ma ora altri leader, come Mario Monti, potrebbero appoggiare il neopresidente francese), mentre la Merkel vi si è sempre opposta, anche se proprio su questo punto qualche cedimento è possibile… Hollande vorrebbe un ruolo maggiore per la Bce: niente da fare, dice la cancelliera. Mentre entrambi potrebbero ritrovarsi su due punti: rafforzare la dotazione della Bei, la Banca europea per gli investimenti, proprio per finanziare eventuali grandi progetti, e ripensare l’organizzazione e l’utilizzo dei fondi strutturali. 

E’ possibile un compromesso? – I francesi ci credono. Ed è già qualcosa. “La mia piccola esperienza (e sono comunque stato ministro degli Affari europei per cinque anni) mi dice che troveremo un compromesso”, ha sottolineato Pierre Moscovici, già direttore di campagna per Hollande (è uno dei più europeisti della squadra) e ora colui che deve assicurare la transizione. Al di là delle frasi compiaciute di circostanza, la Merkel ha già fatto sapere che la parte del patto sull’austerità di bilancio non si tocca. E’ già stata ratificata da Grecia (sic), Portogallo e Slovenia. Mentre l’Irlanda ha organizzato un referendum in merito, che si terrà il prossimo 31 maggio. 

Esistono nella squadra di Hollande possibili mediatori con Berlino? – La politica, si sa, non è solo una questione di idee, ma pure di persone. Uno dei più importanti mediatori con la Germania da parte di Hollande potrebbe essere Jean-Marc Ayrault, amico del neo Presidente, suo consigliere e, soprattutto, uno che parla perfettamente tedesco (è stato addirittura professore di questa lingua). Ayrault potrebbe essere nominato Primo ministro. Karine Berger, invece, nota economista, altra componente della squadra di Hollande, è colei che negli ultimi mesi ha cercato di spiegare il progetto del candidato socialista ai rappresentanti delle grandi banche tedesche e del mondo finanziario teutonico. Anche lei potrebbe svolgere un ruolo importante nel negoziato. 

Quale corsa contro il tempo? – Si tratta proprio di quello: bisogna fare in fretta a trovare un nuovo accordo. Ecco le prossime scadenze: è già prevista una prima visita di Hollande a Berlino il 16 maggio. Poi il 18 la Merkel e Hollande si ritroveranno ancora insieme ai vertici G8 e Nato negli Usa. Non solo: proprio ieri, è stato annunciato un vertice informale dei capi di Stato e di Governo della Ue il 23 maggio, in vista del vertice europeo sulla crescita già previsto il 28-29 giugno. E’ li’ che un nuovo protocollo, frutto delle trattative fra Hollande e la Merkel, potrebbe essere adottato. 

Quale freno possono esercitare le differenze ideologiche? – Un socialista da una parte, una conservatrice dall’altra. Ma questa distinzione (che non esisteva per il Merkozy) non è necessariamente un problema. Basta pensare alla complicità fra Valéry Giscard d’Estaing e Helmuth Schmidt negli anni ‘70, poi fra François Mitterrand e Helmut Kohl. E, in tempi più recenti, tra Jacques Chirac e Gerhard Schroeder. Destra e sinistra possono dialogare. Se mettono l’Europa in primo piano.

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