Le ragazze “baciavano il pene della statuetta di Priapo e simulavano rapporti orali, io e Ambra eravamo scioccate”. Nell’aula del processo Ruby in cui Silvio Berlusconi è imputato di concussione e prostituzione minorile è tempo della testimonianza di Chiara Danese. La miss piemontese, insieme all’amica Ambra Battilana, si è costituita parte civile nel processo gemello con imputati l’ex direttore del Tg4 Emilio Fede, la consigliera regionale Nicole Minetti e l’ex agente delle star tv Lele Mora (in carcere per bancarotta dal giugno del 2011, ndr). Le due ragazze sostengono di avere subito un danno patrimoniale da “perdita di chance lavorativa” per avere partecipato a una serata ad Arcore.

Invitata da Fede a villa San Martino il 22 agosto del 2010 dopo avere sostenuto un provino per diventare meteorina al Tg4, la giovane racconta che quella sera, quando Berlusconi si presentò a lei e Ambra, Fede ammonì l’allora premier con queste parole: “Tu mangia nel tuo piatto, io nel mio”, alludendo a una rivalità tra i due. “Berlusconi mi presentò Roberta Bonasia come sua fidanzata, ci rimasi male perché era mia amica e non lo sapevo”, ricorda. Alla serata parteciparono, tra le altre, “le due gemelline (le sorelle De Vivo, ndr), la Polanco, due ragazze nere vestite in modo scollato che sembravano prostitute e Nicole Minetti”. L’ex presidente del Consiglio  “si fece portare una statuetta con un grande pene che chiese alle ragazze di baciare. Le ragazze si facevano toccare da Silvio mentre facevano sesso orale con la statuetta. Poi Silvio, che tutte le ragazze chiamavano “Papi” e lui definiva ‘le mie bambine‘, si fece baciare nelle parti intime. Le ragazze intanto cantavano ‘meno male che Silvio c’è. Io e Ambra eravamo imbarazzatissime”.

“Perché non siete andate via?”, domanda il pm di Milano Antonio Sangermano. “Non lo so, non sapevamo dove andare – risponde la miss – ci eravamo aggrappate a Fede”. Infine, racconta Chiara, lei e Ambra chiesero a Fede di andare via e lui ci disse “scordatevi di fare le meteorine”. Prima “visitammo la casa, ci fece vedere la piscina e disse “la prossima volta ci divertiremo insieme”. Chiara si sofferma su altri dettagli della serata: “Alcune ragazze erano travestite da infermiere, altre, cone la Minetti, rimasero nude, altre semisvestite. Sembrava una cosa normale. Le ragazze si avvicinavano a me e Ambra e ci chiedevano di toglierci la giacca. Abbassavo lo sguardo, ero imbarazzata. Si strusciavano su Berlusconi e Fede, e loro due le toccavano nelle parti intime. A me veniva da piangere, ero agitata”. “Quando Fede ci accompagnò in piazzale Loreto dove ci aspettava Daniele Salemi (ndr collaboratore di Lele Mora), in macchina ci disse che eravamo state brave e aggiunse che avevamo fatto bene a non comportarci come le altre che si erano comportate da puttane“.

Chiara a un certo punto della testimonianza si è commossa ed è scoppiata a piangere e Niccolo’ Ghedini, uno dei legali dell’ex premier, le ha subito dato un fazzoletto di carta per asciugarsi le lacrime. La giovane si è emozionat, ricordando i problemi avuti dalla sua famiglia perché il suo nome è stato accostato dai media ai festini. L’ex miss ha anche esitato a parlare finché il presidente del collegio, Giulia Turri, non l’ha invitata a superare le timidezze e a proseguire.

Nell’aula è poi entrata Maria Makdoum, giovanissima ballerina del ventre con l’ambizione di entrare nel mondo dello spettacolo, arruolata da Lele Mora per esibirsi in una delle serate organizzate a Villa San Martino.  Anche lei sorpresa di quanto avveniva nella residenza del Cavaliere. “Mora mi diceva che per essere introdotte nel mondo dello spettacolo bisogna pagare un prezzo, vendere il proprio corpo…e io ero troppo rigida” racconta la donna al collegio tutto al femminile. Quella sera, ad Arcore, Mora portò “una ventina di ragazze, tra cui io”. E il copione descritto dalla ballerina è quello già raccontato da altre ragazze: presentazioni, oggetti di bigiotteria in dono, cena e poi “bunga bunga”. Prima Maria Makdoum fa la sua esibizione, poi si cambia e quando torna nel locale adibito a discoteca vede che le altre ragazze ballano in modo provocante e si fanno toccare da Silvio Berlusconi. Tra loro c’è Nicole Minetti, le gemelle De Vivo e anche la giovane Noemi. “Sono rimasta molto male. Non ho ballato né mi sono fatta toccare”. E quindi per lei nessuna busta e nessun lavoro. La ragazza viene riaccompagnata a casa e al ritorno, per telefono, racconta a Carlo Ferrigno, ex prefetto di Napoli, con il quale aveva una relazione, tutto quello che ha visto. Ferrigno, in seguito, parla al telefono con altri del “puttanaio” descritto dalla ragazza. E anche queste telefonate finiscono agli atti del processo Ruby. 

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