Giandomenico Lepore, lei fino a dicembre ha guidato la Procura di Napoli: un commento sulla nomina di Colangelo a suo successore, e sul modo in cui è stata raggiunta.
“Era ora! Il bando era stato pubblicato sei mesi prima della scadenza del mio mandato, poi sono trascorsi altri cinque mesi. Undici mesi: nemmeno un parto richiede così tanto tempo. Colangelo è una persona per bene, come persone per bene sono anche i suoi concorrenti. Ma in questa vicenda ha perso il Csm, ha perso ulteriormente credibilità. Da magistrato in pensione, sono amareggiato”.

Per quale ragione?
“Io non entro nel merito perché non conosco gli atti e non so cosa sia stato sbandierato, ma la coincidenza tra gli scritti anonimi e la decisione del Csm è molto pericolosa e mi sa tanto di qualcosa che può apparire prestabilito”.

Mancuso avrebbe chiesto l’appoggio dei consiglieri laici del Pdl. Lei ci crede? 
“Dicendo una bugia, non ci credo (sorride, ndr). Ma comunque sarebbero dinamiche normali e già viste in altre circostanze”.

Si sente di dare un suggerimento a Colangelo? 
“Uno solo: mantenere l’unità dell’ufficio. E’ la forza della Procura di Napoli”.

 

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