E’ un po’ che manco dal mio blog.

Torno con una bella notizia. Da tanti anni ormai inseguo uno dei sogni : creare un luogo che sia dove i parametri non lo immaginano adatto. Un luogo dove si possa fare in modo un po’ sfacciato e forse anche un po’ trasgressivo secondo la mia natura al di fuori degli schemi tradizionali, ciò che di solito non si fa.

Ma soprattutto che ogni attività si faccia senza pesare sullo Stato, bensì sulle risorse proprie di chi vuole partecipare. Ad una condizione : che ci sia il credo profondo sulla parità di ogni essere umano.

E così , grazie ai nonni di Diletta e grazie alla perseveranza di alcuni nasce una Fondazione con una donazione dei nonni, miei genitori, che in fatto di coccole sono un po’ carenti, ma in quanto ad iniziative concrete davvero superano se stessi.

Una casa la mare con tanto verde diventa l’insieme di pietre su cui lavorare per dare una serie di opportunità a tutti colori che sono inciampati nella disabilità motoria anche gravissima.

Di strada da fare ne ho tantissima davanti a me. Partendo dall’abbattimento delle barriere che richiede uno sforzo economico abnorme per le mie modeste possibilità. Però sono sicura che pian piano riuscirò a regalare a tanti amici di Diletta, di ogni età, un luogo dove incontrarsi, dove festeggiare, dove trascorrere una vacanza, dove riunirsi per proporre, provare e sperimentare. Un luogo dove dedicarsi al relax ma anche a mille attività collegate con quel territorio e con quell’ambiente.

Potrei essere qui oggi a scrivere di come e quanto mi senta colpita dall’Imu, dai tagli, dalle riduzioni che ci colpiscono come coltelli lanciati contro di noi, famiglie ormai in ginocchio.

E’ più forte di me. Ho sempre pensato che alcune battaglie debbano partire al contrario. E’ inutile spremere un sistema che è auto spremuto da corruzione e ignoranza.

Credo di più in noi. In quelli che sanno cosa vuol dire quando il conto corrente a metà mese piange miseria e arrivano al 30 pensando a chi sta anche peggio.

Credo di più in noi che abbiamo tenacia da vendere e che vogliamo togliere quel poco che abbiamo per ridividerlo con chi ha meno, certi che così sarà di più per tutti.

Credo che la vera sfida sia staccarci da uno Stato che non ci rappresenta e dimostrare con i fatti che l’Italia siamo noi a prescindere.

Credo che l’unione di gente seria e onesta in tutti i settori sia la vera rivoluzione pacifica che oggi è il momento di iniziare.

E nel mio piccolo parto da qui. Una briciola, che insieme a tante briciole può essere quel panino morbido e caldo che consenta a qualche famiglia di trascorrere una vacanza serena, o godere di una opportunità che essa stessa rende necessaria .

E allora è così che impiego molto tempo in questo ultimo periodo. Mi informo, progetto, penso, provo e riprovo.

Perché mi accorgo che quando penso allo Stato, alla nostra Costituzione, alla montagna di diritti negati alla faccia di quei pochi seduti sulle loro poltrone imbottite di lauree spesso anche comprate, il rammarico e la delusione mi vincono.

In fondo siamo oltre 50 milioni in Italia. Non voglio che per colpa delle migliaia di politici che infamano le nostre menti tentando di portarci indietro di migliaia di anni, i nostri figli debbano crescere senza futuro.

E’ la mia natura, certamente sbagliata e idealista. Penso che moltissime cose possiamo farle e anche meglio senza Stato. Stato che ad oggi vivo come una croce sulle spalle. Quella stessa croce che lui, lo Stato vuole farmi credere essere mia figlia.

Mi dispiace ma non ci sto. A modo mio.

 

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