Una canzone in romanesco. Raffaele Bonanni, segretario generale della Cisl, risponde con ironia alle pretese del sindaco di Roma, Gianni Alemanno, che vorrebbe un contributo di 240 mila euro per le spese che il Comune sosterrà per il Concerto del 1° maggio. “Salga sul palco e canti una canzone in romanesco … dobbiamo discuterne – dice il sindacalista -. Non capisco perché dovremmo dare tutti quei soldi. Sono 22 anni che facciamo il concerto e nessuno ci ha mai chiesto niente. Per Roma è l’evento più importante di tutto l’anno. Domani – spiega ai microfoni del programma “Un giorno da pecora” – ci saranno in piazza circa un milione di persone, che pagheranno tante tasse indirette”.

Nei giorni scorsi dal Campidoglio erano state spedite le lettere a Cgil, Cisl e Uil con la richiesta del contributo per la manifestazione che da anni riempe piazza San Giovanni:  quasi 54 mila euro per l’Ama  per il noleggio di bagni chimici e pulizie area, 46 mila per le linee speciali per gli autobus, 117 mila per gli straordinari dei vigili urbani, 5 mila per l’occupazione del suolo pubblico e 19 mila per i servizi del 118 (emergenza sanitaria). Al primo cittadino però arrivano solo no:  “La nostra iniziativa non è a fini di lucro, è un concerto gratuito molto amato dai giovani e non solo e porta lustro alla città. Ma porta anche soldi, con il notevole afflusso di persone che vengono da fuori. Il sindaco Alemanno – sottolinea Claudio Di Berardino, segretario generale della Cgil di Roma e del Lazio –  dovrebbe essere orgoglioso del Concerto, che rilancia i valori dell’articolo 1 della Costituzione. Dovrebbe aiutarci economicamente. Invece ancora una volta torna a sollevare questo polverone. Viene quasi il sospetto che dietro ci sia una strategia per distogliere l’attenzione dai veri problemi della città: le tasse, la disoccupazione, la sicurezza. Non ci risulta che simili richieste vengano avanzate agli organizzatori di altri eventi di questo genere e spesso nemmeno agli organizzatori di eventi che a differenza del nostro hanno finalità commerciali”. E dalla Uil aggiungono : “È assurdo. Avete mai visto che cosa c’è nella zona dello Stadio Olimpico dopo le partite di calcio? La pulizia la fa l’Ama, ma il Comune non chiede il conto a Roma e Lazio, che fra l’altro sono società quotate in Borsa”.

 

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