“I media hanno semplificato le manifestazioni degli ultimi anni che hanno usato la rete, come ‘prodotti’ della rete, ma è una verità parziale”. E’ l’analisi emersa dall’incontro ‘Attivismo e informazione’ al Festival del giornalismo di Perugia 2012. Presente Joahn Oakes, fondatore di OR Books, la casa editrice nata sulla scia delle rivoluzioni arabe. Twitter, Facebook e i blog sono stati solo strumenti dietro a cui “c’erano persone ed idee”. Oakes ha raccolto i tweet più significativi degli attivisti egiziani nel libro “Tweets from Tahrir”, dimostrando la necessità “di rendere permanenti i tweet che per loro natura sono transitori”. Un lavoro analogo è stata fatto anche su Occupy Wall Street da cui è nato una raccolta degli interventi principali del movimento statunitense che per sua natura, rifiuta di avere un unico leader. Giovanna Loccatelli, giornalista e scrittrice, ha presentato alcune piattaforme web poco conosciute in Occidente ma molto diffuse in Medio Oriente e utilizzate dagli attivisti siriani per eludere la censura di Francesca Martelli

Articolo Precedente

Porta a Porta, 2000 puntate e pochi ascolti

next
Articolo Successivo

Monti e la libertà di stampa

next